La Commissione di Albo dei Tecnici della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro dell’Ordine TSRM e PSTRP di Roma, in occasione del One Health Day 2024, ha voluto realizzare un’intervista a degli esperti in materia per parlare di questo tema sempre più attuale e cruciale per il nostro futuro.
Abbiamo chiesto agli esperti perché questo approccio è così importante e qual è il ruolo del Tecnico della Prevenzione nella sua implementazione.
Iniziamo da Vincenzo Di Nucci, Tecnico della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro - Vicepresidente dell’Ordine TSRM e PSTRP di Roma con delega ai tema della Salute e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro - Docente Universitario.
Vincenzo, l’approccio One Health ha caratterizzato la storia e la professionalità di noi Tecnici della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro, qual è la tua analisi in merito ?
“Inizio dall’ultima considerazione: in Italia nessuna professione sanitaria può vantare un legame così forte con la filosofia one health dei tecnici della prevenzione nell'ambiente e nei luoghi di lavoro. Non c'è solo il richiamo della denominazione: la prevenzione nell'ambiente, e quindi un imprinting genetico, ma la consapevolezza dell'esistenza di radici che vengono da lontano e sono ben radicate nella storia, nella cultura e nell’evoluzione del pensiero e della ricerca scientifica legate al tema della tutela della salute a tutto tondo. Questo legame è intimo, strutturale ed è l'espressione concreta di uno dei tanti primati mondiali che può vantare il nostro paese.
Infatti, se guardiamo alla storia dell'evoluzione degli approcci scientifici, poi diventati prassi comuni nell'agire quotidiano, non possiamo non citare tre grandi studiosi che hanno illuminato e cambiato, con le loro intuizioni, gli approcci e i percorsi dell'agire professionale di tutti coloro che si occupano di salute ma anche di quelli che giornalmente contrastano le malattie. Penso agli insegnamenti del prof. Bernardino Ramazzini, del prof. Luigi Devoto, del prof. Cesare Meloni.
Bernardino Ramazzini, nel XVIII secolo, rivoluzionò la medicina, ponendo l'attenzione sull'ambiente di lavoro come fattore determinante per la salute. La sua intuizione di collegare le malattie alle attività lavorative anticipò di secoli l'epidemiologia occupazionale. Grazie alle sue intuizioni nacque una nuova specialità: la Medicina del Lavoro.
Luigi Devoto, nel XX secolo, proseguì l'opera di Ramazzini fondando la prima clinica del lavoro e la rivista "Il Lavoro". Il suo motto, "il malato è il lavoro", sottolineava l'importanza della prevenzione.
Negli anni '70 del secolo scorso, Cesare Meloni ampliando ulteriormente l'approccio alla prevenzione delle malattie legate all'esposizione ambientale, fondò la prima Scuola Diretta a Fini Speciali per Tecnici di Igiene Ambientale e del Lavoro, ora divenuti Tecnici della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro. Meloni credeva fermamente nel legame tra ambiente e salute, sottolineando la necessità di nuovi professionisti formati per affrontare le sfide contemporanee, riconoscendo l'importanza di una formazione universitaria specifica per affrontare tali sfide. Solo con una gestione attenta del rischio negli ambienti di vita e di lavoro è possibile ridurre il carico di malattia nel futuro prossimo.
Il filo conduttore di questi tre pionieri è chiaro: la prevenzione è fondamentale per la salute pubblica.
L'università ha un ruolo cruciale nella formazione di professionisti in grado di valutare e gestire i rischi ambientali, riducendo così il carico di malattia”.
A Proposito di università, chiediamo a Romina Sezzatini, Consigliera della Commissione d’albo, nonché Docente a contratto presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, ex Direttore delle Attività Didattiche presso il CdL in Tecniche della Prevenzione presso la medesima Università, oggi Funzionario Tecnico della Prevenzione presso il Ministero della Salute.
Romina, che cos'è esattamente l'approccio One Health e perché è così importante che i professionisti Tecnici della Prevenzione siano adeguatamente preparati ??
"L’approccio One Health, si basa su una visione olistica, ovvero l'uomo e il mondo in cui vive, sono visti nell'insieme e non separati, per cui, la salute stessa dell’individuo, passa inevitabilmente attraverso la salute animale e la salute dell’ecosistema in cui essi risiedono e agiscono.
Il concetto di One Health non è comunque nuovo, trova infatti le sue radici nell’innata consapevolezza dell’uomo che per preservare se stesso, si è sempre adattato a vivere in ambienti salubri o li ha resi tali, in cui poter così realizzare le proprie attività di vita e di lavoro, agricolo prima, industriale poi.
Questa coscienza è sempre stata il filo conduttore dell’evoluzione: individuo, ambiente e mondo animale sono progrediti insieme e in modo spontaneo e naturale. E’ però in questo ultimo periodo che i Paesi e le relative organizzazioni sanitarie hanno ripreso tale approccio, a seguito delle ripercussioni negative che questa interconnessione, squilibrata verso le esigenze umane sempre più pressanti nei confronti di ecosistema e animali, sta portando (pandemie, inquinamento, o catastrofi naturali dovute sempre di più al cambiamento climatico).
Infatti, difendere e tutelare l'ambiente e la natura con i diversi componenti biotici, come supportato da diverse evidenze scientifiche, permette di salvaguardare, a cascata, la nostra stessa esistenza.
Perché tutto questo si realizzi, è sempre più evidente la necessità di una collaborazione multidisciplinare di diverse dottrine come la medicina, la sociologia, l’economia, la biologia, ecc. ognuna operante nel proprio campo ma con una sinergia operativa che persegua non la salute di una singola realtà, ma quella globale; ogni disciplina agisce sui singoli determinanti di salute, affinché si preservi l’uomo, l’ambiente e gli animali che sono necessariamente interconnessi in un triangolo di vita.
Questo atavico e allo stesso tempo innovativo concetto interessa necessariamente tutti i professionisti che si occupano di salute, tra cui, in particolare, il tecnico della prevenzione, che lega le sue stesse radici professionali al concetto di One Health. Difatti il TdP, tra tutti gli operatori sanitari, è colui che agisce preventivamente su tutti quelli aspetti che generano rischi per la salute; non solo umana, ma anche quella ambientale ed animale.
Noi ci adoperiamo per la difesa e il mantenimento del benessere psicofisico umano agendo su tutte le componenti a cui questo è legato, dagli alimenti, agli animali con cui l’uomo lavora o di cui si nutre, dall’ambiente sia di vita che di lavoro, e così via; il nostro approccio alla prevenzione è globale, non possiamo agire al mantenimento o alla valutazione del benessere lavorativo non considerando l’ambiente in cui l’uomo opera, si nutre, respira"
Quali sono le sue implicazioni per la nostra salute e per il pianeta?
"L’approccio One Health ha implicazioni sicuramente positive per la salute umana, animale e dell’intero pianeta. Innanzitutto, analizzare le problematiche sanitarie non più settorialmente permette di innescare un circuito virtuoso in cui, agire sul benessere di un elemento, vuol dire preservare un altro che in futuro potrebbe risentire gli effetti indesiderati.
Ad esempio, mantenere e preservare la salute degli animali garantendo il rispetto delle loro condizioni di allevamento e di nutrizione (pensiamo a quanto accadde negli anni 90 con la BSE), o garantire agricolture sostenibili che rispettino le naturali condizioni della terra, assicurano il benessere nutritivo e nutrizionale. Conoscere l’origine e la causa delle malattie, soprattutto quelle a carattere infettivo, consente di gestire e prevenire le vie di trasmissione, di contagio e agire sulle fonti di rischio proteggendo l’uomo e garantendo un ambiente salubre. Limitare l’utilizzo di antibiotici salvaguarda il benessere animale, ma anche quello umano perché contrasta la resistenza antimicrobica.
Gli esempi da poter fare sono innumerevoli, il compito di noi professionisti sanitari che legano il proprio operato alla prevenzione è quello di agire sui fattori di rischio valutando le implicazioni globali che queste potrebbero avere in termini di ritorno di salute.
L’ottica One Health, ci consente infatti di mettere in campo delle azioni preventive che garantiscano la salute non solo nell’immediato e in un singolo campo, ma con un’influenza indiretta sul benessere futuro. Intervenire ad esempio riducendo inquinanti ambientali che tutelino l’esposizione lavorativa di un individuo assicura la tutela anche del territorio circostante e di conseguenza di chi ci vive, animali ed esseri umani.
E’ incredibile come seguendo quest’ottica, il famoso “effetto farfalla”, quello per cui un evento potenzialmente minore conduce a conseguenze su scala più grandi, possa essere legato anche al concetto di salute."
Quali sono le principali sfide nell'implementazione di questo approccio a livello locale e, in ottica più ampia, a livello globale ?
"Credo che le maggiori sfide nell’applicazione di un concetto si astratto, ma altrettanto efficace quale quello del One Health nel perseguire e mantenere una salute globale come se fosse una sola, siano legate prevalentemente alla scarsa disponibilità di risorse economiche da investire su metodologie multidisciplinari.
Investire su più fronti e su più competenze professionali, dovrebbe essere un obiettivo dei decisori delle politiche sanitarie, proprio nel rispetto del concetto di One Health che, riconoscendo l'interconnessione tra salute umana, animale e ambientale, non può quindi prescindere dall’attività congiunta di più professionisti e questo merita e necessita di investimento, forse oneroso all’inizio, ma che ripaga nella realizzazione di un futuro sostenibile.
Questa è una sfida a livello locale ma anche globale: investire in politiche sanitarie trasversali e multidisciplinari è la chiave per gestire la salute in modo globale.
Mi permetto di sottolineare, come i Tecnici della Prevenzione, in questo panorama, possano svolgere un ruolo cruciale ed essenziale proprio nell'implementazione della filosofia One Health nella gestione delle politiche sanitarie. Questi professionisti sanitari infatti, attraverso la formazione accademica e l’esperienza lavorativa promuovono la salute in diversi contesti e setting lavorativi e di vita, affrontando le sfide complesse della diagnosi di salubrità degli ambienti di vita e di lavoro, della tutela della filiera alimentare, della sorveglianza ambientale, del benessere animale. Nel contesto operativo, le competenze del TdP ruotano e trovano applicazione in ogni contesto che influenza trasversalmente l’elemento salute e grazie a queste avrebbero la chiave di per aprire le porte delle politiche sanitarie alla gestione One Health."
Come illustrato magistralmente dagli intervistati, i Tecnici della Prevenzione, in questo panorama, svolgono un ruolo cruciale ed essenziale per l'implementazione della filosofia One Health. Di fatti, questi professionisti sono formati per valutare e gestire i rischi ambientali e lavorativi, proteggendo così la salute pubblica, dei singoli e delle collettività. La loro formazione universitaria specifica li prepara ad affrontare le sfide complesse della diagnosi di salubrità degli ambienti di vita e di lavoro, attraverso la tutela della filiera alimentare, della tutela ambientale o quella della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Attuando così la prevenzione primaria con programmi di promozione della salute in tutti i setting-contesti di vita e di lavoro: dalla scuola, al lavoro a quelle dopo il lavoro. Investire in questa direzione e nella valorizzazione di questi professionisti è il miglior modo di rendere vivi e attuati i principi contenuti nella nostra Carta Costituzionale in particolare negli articoli 1;9;32;35 e 41.