Studio del: “Pattern circadiano e relazione con il ciclo sonno-veglia delle crisi subcliniche focali: studio mediante EEG dinamico delle 24 ore”

 

Studio del: “Pattern circadiano e relazione con il ciclo sonno-veglia delle crisi subcliniche focali: studio mediante EEG dinamico delle 24 ore”

Dott.ssa Sara Girolami -Dott.ssa Francesca Izzi -Dr.Fabrizio Cum -Università degli studi di Roma Tor Vergata

 

BACKGROUND ED OBIETTIVI: I primi dati identificativi della relazione tra sonno e epilessia sono stati riscontrati fin dall’antichità quando Aristotele osservò che: "in molti casi, l'epilessia insorge durante il sonno”.

I dati attuali riportano che le crisi subcliniche sono scariche ictali EEgrafiche non associate a sintomatologia clinica, ad alterazioni del comportamento o sensazioni soggettive. Nelle crisi subcliniche focali (CSF) l'attività critica EEGrafica mostra un’evoluzione spazio-temporale ben distinta dall’attività di fondo, di durata maggiore o uguale a 6 secondi, ed è costituita da attività theta aguzza monomorfa focale o onde aguzze, punte e polipunte reclutanti focali (figura 1 e 2). Attualmente la relazione trà il pattern temporale delle crisi subcliniche e il ciclo sonno-veglia risulta essere poco esplorata. Il nostro obiettivo è stato quello di esaminare le CSF registrate mediante EEG dinamico delle 24h in pazienti adulti affetti da Epilessia focale, analizzandone la distribuzione circadiana e la loro modalità di comparsa in base al ciclo sonno /veglia.

Figura 1. Onde aguzze e/o punte e/o polipunte reclutanti focali

 

 

Figura 2. Theta monomorfa focale

 

MATERIALI E METODI: È stato revisionato retrospettivamente il database relativo agli EEG dinamici delle 24 ore, effettuati precedentemente dai tecnici di neurofisiopatologia presso il Centro Epilessia del Servizio di Neurofisiopatologia del Policlinico di “Tor Vergata”. Nello studio abbiamo incluso pazienti di età superiore ai 12 anni che durante la registrazione EEGrafica delle 24 ore avevano presentato CSF in assenza di episodi clinici riportati dal paziente o dal caregiver sul diario clinico. Per ogni paziente sono stati considerati i dati clinici ed EEGrafici riferiti ad (i) età; (ii) tipo di epilessia; (ii) eventuale assunzione di farmaci antiepilettici; (iv) descrizione, localizzazione e durata di ciascuna attività epilettiforme critica subclinica; (v) comparsa delle CSF in veglia e/o in sonno e (vi) distribuzione circadiana ad intervalli di 3h nell’arco della giornata (intervalli I-VIII). Per l’analisi statistica sono stati utilizzati il t-test ed il test del Chi-quadro. La significatività statistica è stata fissata per p<0,05.

 

RISULTATI: In uno studio effettuato su 192 CSF osservate in 20 pazienti (11F, 9M, età media 53,6 ±20.36) affetti da Epilessia focale, abbiamo riscontrato che le CSF in veglia (147/192, 76,5%) risultano significativamente più numerose rispetto a quelle occorse in sonno (45/12, 23.4% p = 0.02) (figura 3). Undici pazienti hanno presentato CSF solo in veglia, quattro solo in sonno e cinque sia in veglia che in sonno. La durata media delle CSF era di 29,51±15,36 s (range 7-120 s) e la durata media delle CSF durante la veglia (28,76±15 s) non differiva significativamente dalla durata degli episodi in sonno (31,93±16,42 s, p=0,25). Le CSF durante l’intervallo VII e V (dalle 18:00 alle 21:00 e 12:00 alle 15:00) sono risultate significativamente più frequenti (38/192; 37/192) rispetto alle altre fasce orarie. Nessuna CSF è stata registrata nell’intervallo IV (9:00-12:00), il numero di CSF nella fascia oraria III è significativamente inferiore rispetto alla fascia I (0,85±3,34 vs 1,2±3,76 p =0,038,); numero di CSF della fascia III significativamente inferiore rispetto alla VI (0,85±3,34 vs1,55±3,94 p = 0,010) (figura 4). È stata osservata una differenza significativa tra le fasce III e VI con un maggior numero di pz con crisi nella fascia VI rispetto alla III (11 vs 3 pazienti p = 0,039) che suggeriscono una maggiore probabilità di presentare le CSF tra le 15-18 rispetto alla fascia 6-9 (figura 5).

Figura 3. Crisi osservate in veglia e in sonno

 

Figura 4. Numero di CSF in veglia e in sonno

 

 

Figura 5. Test Q di Cochrane, considerando l'assenza o la presenza di CSF; Test di McNemar nella fascia VI rispetto alla III

 

DISCUSSIONE e CONCLUSIONE: I nostri risultati dimostrano che le CSF tendono a seguire un pattern circadiano, in quanto si presentano principalmente nelle ore diurne e seguono una particolare distribuzione in relazione al ritmo sonno/veglia, presentandosi prevalentemente in veglia. Tendono a seguire un pattern circadiano, in quanto si presentano con minor frequenza nella fascia oraria 6-9 rispetto alla fascia 15-18, a differenza delle crisi generalizzate.

La loro importanza deriva dal potenziale effetto sulle funzioni cognitive e lo studio del pattern circadiano delle CSF potrebbe suggerire nuovi approcci in chiave di cronoterapia.

Sebbene le decisioni terapeutiche si basino di solito su dati EEG critici ed intercritici e sulla sintomatologia clinica, le crisi subcliniche aiutano e vanno considerate nel processo diagnostico e tale dato conferma l’utilità dell’EEG dinamico delle 24 ore.