Un breve racconto di una collega Audioprotesista che si occupa di “Protesizzazione Infantile” e delle difficoltà subentrate a seguito del diffondersi dell’epidemia da Covid-19
“Siamo a marzo 2020, il Covid-19, questo virus sconosciuto, mette in subbuglio il nostro Paese e giorno dopo giorno tutto il mondo. Noi Audioprotesisti cerchiamo di capire cosa dobbiamo fare, se possiamo rimanere aperti oppure se siamo costretti a chiudere. Passano i giorni, insieme alle notizie contrastanti arrivano anche confusione e paura, ma il senso del dovere si fa avanti. Finalmente capiamo: possiamo e dobbiamo restare aperti, abbiamo il dovere di assistere i nostri pazienti che sono anche medici, operatori sanitari, vigili del fuoco, o fanno parte delle forze dell’ordine. Le raccomandazioni però sono quelle di seguire solo i casi urgenti nei nostri centri così come negli ospedali, al collasso per i malati sempre più numerosi che hanno contratto il maledetto virus che troppo spesso uccide.
“I CASI URGENTI”
Casi urgenti come i bambini. Dopo qualche giorno di confusione mi rimbocco le maniche e armata di tutti i dispositivi di sicurezza che possano proteggermi, oltre ad un po’ di sano coraggio, riprendo il mio lavoro. Ricordo che avevo rimandato proprio in quei giorni la consegna degli apparecchi acustici ad un bambino di sei mesi scarsi. Organizzo immediatamente l’applicazione, chiamo i genitori - particolarmente ansiosi dato il momento - e procediamo con il primo adattamento. Da qui capisco che ad essere bloccato è tutto il sistema. E infatti salta il controllo protesico in ospedale che avevano prenotato dopo un mese dall’applicazione, e la mamma mi informa che la logopedista, con la quale avevano preso accordi, li potrà vedere solo tramite un asettico video del PC e non più di persona. La mamma, una giovanissima donna, è spaventata, ha paura che il suo bambino non sarà seguito come avrebbe diritto. Trascorrono i giorni e i mesi, la situazione si allenta e il bambino continua a fare logopedia in questa modalità da remoto, che oramai appartiene a tutti noi con più o meno difficoltà, ma tutto procede per il meglio.
Sempre durante il famigerato lockdown ricevo una ragazza con il suo papà. Lei porta un impianto cocleare monolaterale ed è terrorizzata all’idea di dover affrontare l’esame di Maturità sia in DAD (didattica a distanza) che in presenza perché ha gravi difficoltà nel seguire la conversazione con la mascherina. Le consiglio un accessorio che potrebbe agevolarla da collegare al suo impianto al PC oppure da consegnare ai professori. Le si illuminano gli occhi, è felice perché abbiamo risolto il suo problema. Anche al papà sembrano illuminarsi gli occhi, ma questa volta non è felicità. È la consapevolezza di non poter acquistare l’accessorio suggerito, in quanto è rimasto senza lavoro e con la famiglia da mantenere. Decido di fare una donazione, così Giorgia si diplomerà in serenità!
In questi mesi, in questo lunghissimo anno ho continuato a visitare i “miei” bambini. Come azienda abbiamo preso immediatamente tutte le precauzioni, siamo stati attenti, ci siamo protetti, abbiamo fatto più volte i tamponi e così facendo abbiamo lavorato in serenità. A volte non sono riuscita, quasi mai per la verità, a tener fuori dalla stanza uno dei genitori, un po’ incoscientemente forse, ma penso sia fondamentale che entrambi partecipino alla visita; l’ho passato sulla mia pelle quando mio figlio, seppur maggiorenne, ha dovuto parlare con un cardiochirurgo da solo. È stata una violenza che non voglio che i genitori dei miei bambini subiscano. Ho la fortuna di avere una stanza grande dove lavorare, finestra aperta e via!
IL RUOLO DEGLI APPARECCHI ACUSTICI
In questo momento storico i sistemi aggiuntivi all’apparecchio per migliorare il rapporto segnale rumore - S/R – e per accorciare la distanza sono stati fondamentali. Chi ne era già in possesso ne ha fatto grande uso ed è stato agevolato (i sistemi funzionano anche in DAD), chi non lo aveva si è precipitato per capirne il funzionamento. Viviamo oramai in un’epoca dove i Webinar, la DAD, la logopedia a distanza sono entrati nelle nostre case, e l’utilizzo di questi sistemi per migliorare l’ascolto sono fondamentali per chi ha problemi uditivi.
Abbiamo assistito a Webinar dove si evidenzia quanto le mascherine abbiano ulteriormente complicato l’ascolto, quanto la bocca schermata sia un problema per chi si aiuta con il labiale, e quante persone si siano rese conto di avere un problema di udito. Come Audioprotesisti abbiamo il compito e il dovere di mettere nella miglior condizione possibile chi chiede il nostro aiuto, dobbiamo essere pronti a consigliare la soluzione migliore, aggiornarci sui sistemi nuovi, capire cosa la tecnologia offre e utilizzarla al meglio.
Ora tutte le aziende che producono apparecchi acustici hanno implementato sistemi di regolazione a distanza, da remoto. Penso quanto questo possa aiutare in quelle regioni che sono state colpite più del Lazio, ad esempio la Lombardia e il Veneto, dove il paziente anziano ha ancor più timore a muoversi e dove gli stessi Audioprotesisti hanno paura ad accogliere il paziente per una semplice regolazione che potrebbe essere eseguita a distanza. Questo per i bambini (almeno fino ad una certa età) non è possibile. Man mano che il bimbo cresce però, chissà se anche io comincerò ad utilizzare anche per loro questa modalità. Francamente spero di no e mi auguro di poter presto ricordare questa esperienza con un sorriso».
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A presto.
CdA – Tecnici Audioprotesisti di Roma e Provincia