Alla vigilia di Pasqua, tanto per rovinarci anche quei pochi giorni di festa che Nostro Signore ci ha dedicato, esce il Decreto che rende obbligatoria la somministrazione del vaccino anti SARS-CoV-2 per tutti i professionisti sanitari operanti sia nel pubblico che nel privato e che appare non come una azione preventiva ma come una minaccia pericolosa: “Disposizioni urgenti in materia di prevenzione del contagio da SARS-CoV-2 mediante previsione di obblighi vaccinali per gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario”
Il DL n. 44 pubblicato in GU ed entrato in vigore l’1 Aprile 2021 in seguito alla Riunione del Consiglio dei Ministri del 31 Marzo, finalmente tenta di pianare la situazione dell’enorme discriminazione perpetrata in questi mesi ai danni degli operatori sanitari operanti in regime libero professionale, ovvero diciamocela tutta “gli operatori sanitari di serie B”, quelli che quando si ammalano non sono garantiti dallo Stato, quelli che se si ammalano di Covid e sono assenti dal lavoro il problema è soltanto il loro.
Attraverso un farraginoso meccanismo di controllo da parte di una Pubblica Amministrazione fino ad ora inesistente per noi operatori sanitari del settore privato, in particolare noi igienisti dentali, al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza nell’erogazione delle prestazioni di cura e assistenza durante l’emergenza epidemiologica da SARS-CoV-2, siamo finalmente chiamati a vaccinarci, noi che avremmo dovuto essere i primi a farlo per l’alto rischio di contagio a causa della nostra condizione lavorativa, noi che dopo i diversi solleciti, richieste e lamentele da parte dei colleghi che chiedevano a gran voce di essere tutelati, noi che dopo le ripetute interrogazioni da parte dell’Ordine TSRM PSTRP alla Regione, noi che nonostante la nostra CDA abbia inviato già da tempo gli elenchi dei colleghi che volevano vaccinarsi, per tutelare non solo noi stessi ma anche i pazienti che trattiamo, ora vediamo imporci il vaccino non più come un diritto, ma come un obbligo incombente e costretti ad affidarci ad un sistema di servizi informativi vaccinali, che nella speranza che funzionino, dovranno riuscire in pochissimo tempo a verificare lo stato vaccinale di migliaia dei soggetti rientranti negli elenchi, pena non poter più lavorare, il che vuol dire non poter essere retribuiti come è successo già a qualche collega che si è visto negare il diritto al lavoro, pur avendo fatto la richiesta per il vaccino.
In questi mesi abbiamo assistito alla manifestazione di un sistema organizzativo che ha presentato una falla enorme nella gestione degli appuntamenti per il piano vaccinale, dove chi conosceva ha potuto vaccinarsi, chi riusciva ad avere i numeri telefonici giusti ha potuto prendere l’appuntamento, chi si recava in una ASL piuttosto che in un’altra ha ottenuto l’agognato premio ovvero il Vaccino…
Ma è un sistema includente questo o un regime di esclusione?
CdA Igienisti dentali di Roma e provincia
Domenico Tomassi, Enrica Scagnetto, Stefania Piscicelli, Paola Lastella, Gianna Maria Nardi