NEWS DAL 3° CONGRESSO NAZIONALE DELLA FNO TSRM E PSTRP

Intense le due giornate del 3° Congresso della FNO TSRM e PSTRP che si è tenuto a Rimini alla presenza di 2000 persone provenienti da tutte le città italiane, appartenenti alle 18 professioni sanitarie che fanno parte del maxi Ordine.

Il video del Presidente della Repubblica Mattarella che ha ricevuto una delegazione della Federazione, guidata dalla Presidente Teresa Calandra alla vigilia del Congresso ”Professionisti sanitari patrimonio del sistema salute: valori, competenze e risorse”, ha aperto i lavori con i più positivi auspici.

Il Congresso centrato sul valore dei Professionisti sanitari, ha fatto il punto sui grandi passi in avanti conseguiti dalle diverse professioni, grazie all’istituzione dell’Ordine, il quale, sostenuto da tutte le CDA territoriali, ha dato ragione alla lungimiranza del modello ideato dalla legge 3/2018.

L’acquisizione di una maggiore consapevolezza ed autorevolezza dei Professionisti sanitari è alla base del modello interdisciplinare che pone allo stesso livello tutti i professionisti della salute, eliminando le posizioni ancillari che fino a qualche tempo fa connotavano i rapporti di lavoro. 

La strada corretta è stata intrapresa: la forza ed il potere delle professioni sanitarie è aumentato e questo è dovuto alla sinergia delle varie professioni che fa si che i professionisti possano avere voce in capitolo presso le Istituzioni, sebbene ci attenda ancora un lungo percorso.

L'autonomia delle professioni sanitarie, la qualità delle prestazioni, l'aggiornamento, i principi etici dell'esercizio professionale devono rappresentare una garanzia nei confronti dei cittadini che necessitano di ricevere le prestazioni sanitarie, nel rispetto del buon comportamento, sulle basi della costituzione etica e del codice deontologico.

Lo sviluppo della dimensione libero professionale, il definitivo superamento dei vincoli normativi che sino ad ora avevano inibito le nostre professioni e contemporaneamente la giusta protezione previdenziale, con l’istituzione di una Cassa, saranno gli elementi che nell'immediato futuro cambieranno il volto delle nostre professioni, modificando l'intero assetto del Sistema Sanitario Nazionale. 

Tutto questo è il segno tangibile dell'impegno che la nostra Federazione supportata dalle Commissioni d’Albo territoriali, ha messo e sta mettendo in campo, per sostenere i liberi professionisti. 

Il gruppo di lavoro di Consulenti sulla libera professione, sta lavorando su alcuni temi ancora in fase di approfondimento, come ad esempio,  la revisione della disciplina in materia di società tra professionisti che nonostante l'emanazione del regolamento di attuazione, lascia ancora molti dubbi interpretativi, così come l’aggiornamento dei codici Ateco, che offre la garanzia di una corretta assegnazione del riconoscimento nei confronti delle nostre professioni, anche come azione preventiva sul tema dell'abusivismo professionale. Altro tema affrontato è la sensibilizzazione delle compagnie assicuratrici, intervenendo laddove arrivino segnalazioni di negazione al rimborso di spese sanitarie dei professionisti. 

Emerge la mancanza di una adeguatezza numerica di professionisti operanti nelle strutture pubbliche e private convenzionate, per cui le iniziative dovrebbero essere orientate a forme di convenzione esterna per i singoli professionisti.

Nel futuro ci sarà bisogno del lavoro dell’attività libero professionale offrendo supporto e sostituzione della mancata copertura nell'area pubblica, che rischia di non essere in grado di far fronte a costi elevatissimi. 

Si parla della sanità di prossimità: non possiamo ignorare quanto gli ultimi dati scientifici, rilevino un aumento esponenziale nella popolazione dei soggetti anziani per cui ci sarà bisogno di molta più assistenza domiciliare.

Vi sono categorie di pazienti che hanno problemi di svolgimento delle attività quotidiane, i cosiddetti “disabili invisibili” che inviano segnali di allarme, una richiesta d'aiuto proveniente sia dai pazienti che dalle loro famiglie, pazienti che presentano disabilità visive, uditive, laddove i servizi pubblici sono insufficienti.

Professioni come il podologo, l’audioprotesista e l’igienista dentale non sono inserite nel contesto generale del servizio sanitario nazionale e sono quasi interamente al di fuori delle strutture pubbliche.

Ci sono differenti livelli di assistenza, disomogeneità sul territorio, compresa l'attività libero professionale, distribuita in modo molto differente anche per quanto riguarda la stessa professione. Il dott. Domenico Tomassi, consigliere dell’Ordine di Roma, referente degli igienisti dentali nel gruppo di lavoro FNO per la libera professione, si fa portavoce di un'esigenza che riguarda le prestazioni di igiene orale,  che seppur presenti nei LEA, non vengono erogate dagli igienisti dentali in maniera ubiquitaria, e soprattutto nelle strutture pubbliche, per cui si viene a determinare una disparità di accesso alle cure: cittadini di serie A e cittadini di serie B, poiché i primi possono permettersi di curarsi privatamente, mentre gli altri purtroppo no e questo porta inevitabilmente ad un aumento dei costi sanitari pubblici per terapie che potrebbero essere tranquillamente evitate con una più oculata visione della prevenzione con l’inserimento di un igienista dentale in ogni presidio odontoiatrico del SSN.

In passato, le scelte della politica sanitaria ossessionata dal contenimento di costi delle prestazioni ha lasciato fuori i bisogni di salute. L'impegno di questa Federazione è quello di supportare e orientare le scelte, scelte che rafforzino l'elemento valoriale dei nostri professionisti attraverso gli interventi riguardanti lo sviluppo professionale, la  cultura del professionista ma anche la conoscenza dei cittadini, perché le nostre professioni sanitarie per anni sono state identificate come la negazione di qualcun altro, non biologo, non psicologo, non medico e questo non aiuta il processo di appropriatezza delle prestazioni. 

Si sono gettate le basi  per il superamento del vincolo di esclusività  che certamente ha aperto nuove prospettive per i professionisti del sistema sanitario nazionale, per superare quel sistema che aveva imbrigliato il professionista sanitario fino a poco tempo fa.

Gli ordini stanno lavorando al tema “dell’equo compenso”, che per legge deve essere conforme ai parametri di riferimento, ma poiché molti profili non hanno i parametri di riferimento, la Federazione ha cominciato a lavorare sulla questione e sta costruendo i parametri con la collaborazione di tutte le CDAN, un lavoro importante che richiede uno sforzo notevole.

Fondamentale è il lavoro che si sta facendo per la realizzazione di una Cassa di previdenza degli iscritti che non hanno rapporto di lavoro dipendente e che sono attualmente iscritti nella Gestione Separata dell'Inps. La Cassa tutelerebbe in maniera specifica ogni singola professione, un sistema assistenziale cucito addosso alle esigenze peculiari di ciascun profilo. Un importante studio di fattibilità è stato infatti realizzato ed inviato, ora sono le istituzioni che devono rispondere: questo rappresenterebbe un abbattimento di costi per il libero professionista ed una maggiore capacità assistenziale. 

Conosciamo le criticità nei nostri corsi di laurea dove tutti i Presidenti sono dei medici incardinati, professori associati o ordinari che hanno difficoltà a registrare le problematiche delle nostre professioni, a comprendere se abbiamo bisogno di un cambiamento in un certo tipo di insegnamento, se abbiamo bisogno di un certo tipo di tirocinio e ovviamente tutto il lavoro grava sui Direttori Didattici volontari e sui Tutor. La conferenza delle regioni si è pronunciata dettando delle linee guida che dovrebbero in qualche modo regolamentare la gestione del lavoro di queste figure, che dovrà essere considerato come lavoro quasi esclusivo e retribuito, trovando  anche dei sistemi di incentivazione e per questo in Federazione stanno cercando di monitorare che i nuovi accordi che vengono firmati, seguano i principi contenuti in queste linee guida.  Lavorare in un’equipe interdisciplinare deve essere insegnato nelle università, non ci si può improvvisare. 

L’assistenza su territorio, la sanità di prossimità, la telemedicina sono traguardi ora raggiungibili. 

A soli 5 anni dalla costituzione di questa Federazione, dei suoi Ordini territoriali e delle CDA provinciali, nessuno può smentire il dato oggettivo che certamente si è fatto molto di più che nei decenni precedenti.  

Di strada ne è stata fatta molta ed il percorso è ancora lungo, ma siamo certi che abbiamo intrapreso la strada giusta per l’evoluzione e l’acquisizione dello spazio  adeguato  e dovuto che merita la nostra professione.

 

CdA igienisti dentali di Roma e Provincia