Gentile collega,
comprendiamo la tua amarezza per i ritardi che la campagna vaccinale anti Covid-19 sta attraversando nel Lazio nei riguardi degli operatori sanitari che operano in regime di libera professione. È un ritardo grave che mette a repentaglio la salute dei pazienti e dei professionisti che, nonostante tutto, continuano a lavorare e ad essere al fianco delle persone che hanno bisogno di cure.
La vostra rabbia è la nostra rabbia e da settimane stiamo facendo tutto quello che è nelle nostre possibilità per sollecitare i vertici regionali a porre fine a questa grave iniquità. Purtroppo, alcune dinamiche come lo stop al vaccino Astrazeneca, hanno ulteriormente rallentato la macchina organizzativa.
Come Ordine di Roma, abbiamo avviato negli ultimi due mesi tre form in accordo con la Regione Lazio sul nostro sito per l’adesione alla campagna vaccinale per i liberi professionisti, l’ultimo scaduto domenica 14 marzo alle ore 24.
Hanno aderito più di 4.600 iscritti, ed abbiamo inoltrato alla stessa Regione tutti i nominativi, lasciando loro, come naturale che sia, la gestione organizzativa separata per ASL, con una pregressa indicazione di alcune domeniche definite “vaccin Day” presso il centro vaccinale sito a Fiumicino nel parcheggio Lunga sosta.
Il 21 marzo sono iniziate le prime somministrazioni dopo che le ASL RM3 e RM4, tramite sms, hanno convocato una prima parte degli iscritti ai form. Ora siamo in attesa di avere informazioni da parte della Regione per le successive giornate da dedicare agli iscritti delle ASL RM2 e RM1, compatibilmente con le dosi disponibili. La Regione ci ha già comunicato che la somministrazione non avverrà prima del 30 marzo.
Le ASL RM5 e RM6 hanno già iniziato autonomamente a chiamare i nostri iscritti: hanno ricevuto dalla Regione gli elenchi dei professionisti ma hanno un quantitativo di dosi di vaccino non sufficiente per tutti.
Come si evince da questa ricostruzione, è un dato di fatto che nell’organizzazione della campagna vaccinale i professionisti sanitari in regime di libera professione sono stati dimenticati e, nonostante molti di loro svolgano un lavoro ad alto rischio di contagio, sono stati scavalcati nella graduatoria da altre categorie professionali che pure non operano nell’ambito della sanità. È una stortura di cui chiederemo conto.
Anche se la gestione organizzativa delle vaccinazioni, dei richiami, delle incompatibilità, delle rinunce esula dai compiti dell’Ordine, ci stiamo facendo carico delle giuste rimostranze degli iscritti esercitando una costante pressione sugli organi deputati. Invieremo nei prossimi giorni una lettera di sollecito alla Regione Lazio per avere quanto prima una calendarizzazione delle vaccinazioni di tutti i 4600 colleghi che aspettano da settimane il loro turno.
Claudio Dal Pont,
Presidente Ordine TSRM PSTRP Roma e Provincia
La Regione Lazio, tramite l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato, fa sapere che «nel Lazio ieri abbiamo raggiunto il record delle somministrazioni con 25 mila dosi in un solo giorno e siamo pronti a farne il doppio se arrivassero i quantitativi necessari dei vaccini. Siamo la Regione che ha vaccinato di più gli anziani e le categorie vulnerabili. Presto gli hub apriranno anche in orario notturno, ma dobbiamo avere garanzia delle forniture. Ad oggi non sappiamo, ad esempio, quanto arriverà nel prossimo mese di maggio nonostante siano già aperte le prenotazioni, da venerdì anche per la classe 68-69 anni. Non basta comunicare i quantitativi trimestrali, che peraltro quasi mai sono stati rispettati nel passato, ma serve avere un quadro delle forniture quindicinali e soprattutto in questa fase è strategico conoscere le esatte consegne ad aprile e maggio del vaccino Johnson & Johnson, se vogliamo raggiungere nel Paese l’obiettivo del mezzo milione di vaccinazioni al giorno, che per la nostra Regione sono 50 mila al giorno».