«Siamo a marzo 2020, il Covid-19, questo virus sconosciuto, mette in subbuglio il nostro Paese e giorno dopo giorno tutto il mondo. Noi Audioprotesisti cerchiamo di capire cosa dobbiamo fare, se possiamo rimanere aperti oppure se siamo costretti a chiudere». Comincia così il racconto dei difficili giorni del lockdown dello scorso marzo di una Audioprotesista raccolto dalla Commissione d’Albo di Roma e provincia. Una narrazione fatta anche di quotidianità, di dedizione in primis verso i bambini che soffrono di disturbi dell’udito, la preoccupazione dei genitori che temono che il Covid possa rallentare le cure per i loro figli. Infine il ruolo degli apparecchi acustici, ancora più cruciale in questa epoca caratterizzata da webinar, DAD e da un uso ancora più estensivo del digitale.