Emergenza Covid, lotta all’abusivismo e rilancio della partecipazione alla vita ordinistica anche attraverso una efficiente comunicazione. Sono solo alcuni dei temi al centro della videointervista al Presidente dell’Ordine TSRM e PSTRP di Roma e Provincia Claudio Dal Pont che traccia un bilancio positivo di questi primi anni di vita ordinistica dopo il varo della legge 3 del 2018 e il processo di costruzione della “casa comune” delle 19 professioni sanitarie. Un Ordine in salute quello di Roma, primo in Italia per iscritti con 18367 professionisti all’attivo, compresi gli iscritti all’elenco speciale. Tuttavia il processo di integrazione tra i vari Albi è ancora un “work in progress” che necessita di tempo. Sul fronte della lotta all’abusivismo, una delle mission chiave dell’Ordine, Dal Pont annuncia una nuova nota da indirizzare ai Direttori generali con cui chiederà direttamente ai responsabili di queste strutture una loro certificazione dell’iscrizione all’Ordine dei loro dipendenti. «Non voglio sapere i nomi, garantisco la privacy – spiega il Presidente Dal Pont - però voglio avere da tutti i Direttori generali una certificazione di aver verificato, per quanto attiene i propri dipendenti, l’iscrizione all’Ordine: attraverso l’iscrizione tutti i cittadini sono garantiti, ma vengono tutelati anche i professionisti».
Presidente, quanti iscritti ha oggi l’Ordine di Roma e come procede il processo di integrazione tra le varie professioni?
«Ad oggi il numero degli iscritti è 18367 suddivisi nei vari Albi di cui 530 sono negli elenchi speciali. L’integrazione tra le varie realtà professionali è un passaggio che deve ancora essere digerito completamente. Per chi aveva un passato associazionistico con una certa autonomia, confluire nell’Ordine e essere soggetto a quelle regole che dettano il buon andamento di un ente pubblico non è stato facile. Hanno mantenuto una loro rappresentanza ma devono stare gerarchicamente a quello che è il Direttivo. È vero però che oggi c’è un’anomalia almeno per quanto riguarda Roma: il Direttivo è composto da un’unica professione, a differenza di quello che sta avvenendo in questi giorni con i rinnovi di alcuni ordini come Milano e Napoli la cui composizione attuale è stata allargata a tutte le altre professioni. Questo per quanto riguarda Roma sta creando una certa difficoltà. Ovvio che non essere rappresentati in primis nell’organo direttivo può suscitare qualche perplessità».
Una delle funzioni principali dell’Ordine è la lotta all’abusivismo. Ci sono segnalazioni? Come vi state attivando su questo fronte?
«Gli abusivi ci sono. Che siano pochi o tanti questo ce lo dirà il tempo, comunque sono sempre troppi. Questa attività ha necessità in primis dell’ausilio di tutti i cittadini o di chiunque venga a conoscenza di un esercizio abusivo. Attraverso il sito federativo www.tsrm.org è possibile verificare l’iscrizione di tutti i professionisti a cui ci si può rivolgere per qualsiasi tipo di prestazione. In caso di non riscontro sulla piattaforma c’è la possibilità di darne la comunicazione attraverso un modulo presente sul nostro sito il quale garantisce nel modo più assoluto l’anonimato. Da parte nostra, fatte delle prime sommarie verifiche attraverso l’avvocato dell’Ordine, diamo indicazione agli organismi deputati poi all’accertamento dell’eventuale illecito, cioè i NAS: questa è la prassi. Comunque noi non siamo un organo ispettivo, questa è una limitazione che ho esternato due anni fa all’allora ministro Lorenzin manifestandogli le difficoltà oggettive di poter verificare sul campo gli iscritti o meno. Feci una richiesta di nominativi dei dipendenti a tutte le strutture pubbliche e private per avere questi elenchi. Alcune aziende che hanno risposto, qualche altra di tipo convenzionata privatistica ha manifestata una critica e si è rivolta al Garante della Privacy che con una nota ha chiarito che non rientra nei miei poteri quello di richiedere questi dati. Per cui sto predisponendo una nuova nota con cui richiederà direttamente ai Direttori generali, ai responsabili di queste strutture una loro dichiarazione dell’iscrizione all’Ordine di tutti i loro dipendenti. Non voglio sapere i nomi, garantisco la privacy, però voglio avere da tutti i direttori generali una certificazione di aver loro verificato, per quanto attiene i propri dipendenti, l’iscrizione. Attraverso l’iscrizione tutti i cittadini sono garantiti. Inoltre la funzione dell’Ordine è anche quella di essere garante del professionista. Attraverso l’iscrizione l’Ordine garantisce che il professionista segua un Codice etico, un Codice deontologico, che aderisca ai corsi ECM e abbia un aggiornamento professionale continuo oltre una assicurazione che la Federazione nazionale garantisce a un prezzo conveniente».
Fatto Ordine, ora c’è bisogno di favorire la partecipazione degli iscritti alla vita ordinistica. Da questa punto di vista state realizzando molte cose a partire dalla Comunicazione. Cosa avete fatto e cosa farete in futuro su questo fronte?
«Dopo mesi di lavoro è stato rifatto completamente il sito dell’Ordine con un’area trasversale, con 19 sottositi gestiti autonomamente dalle CdA attraverso gli Editor, che stiamo formando attraverso una società, in modo che oltre all’area dell’Ordine con tematiche di interesse generale ci sia anche una specificità per ognuno di loro. È stato istituito anche un Gruppo di Lavoro deputato alla Comunicazione con la previsione di uno specifico responsabile dei social. La comunicazione deve avere un senso bidirezionale: molto spesso l’Ordine mette a disposizione siti e altro però non c’è da parte degli iscritti la ricerca dell’informazione che dovrebbe essere alla base della conoscenza di tutte quelle problematiche che si stanno oggi manifestando. Non ultima quella del pagamento della quota di iscrizione annua: noi siamo tutti un ente pubblico non economico per cui dobbiamo mantenerci con la quota che viene proposta dal Consiglio direttivo nelle due assemblee annuali obbligatorie: quella per il bilancio consuntivo e preventivo».
La seconda ondata di Covid-19 sta mettendo a dura prova il Sistema sanitario nazionale. Com’è la situazione dei contagi tra le professioni afferenti all’Ordine? I liberi professionisti afferenti all’Ordine potranno davvero accedere al tampone prioritario come auspicato dalla Federazione?
«Purtroppo le notizie che mi giungono mi riferiscono di una incidenza maggiore rispetto all’ondata precedente. Non abbiamo dati certi, viviamo dei riferimenti che ci danno dirigenti e coordinatori. C’è un’incidenza che li sta mettendo in enorme difficoltà nella gestione dei turni. Feci già una nota a marzo per quanto riguarda due specifici Albi che avevano delle problematiche importanti, come gli Igienisti Dentali che operano a 30 cm dal cavo orale. Feci questa richiesta alla Regione. Adesso cercheremo di spingere in questa direzione. La nota della Federazione si riferisce sia al tampone che alla somministrazione del vaccino antinfluenzale. Noi cercheremo di fare pressione nei modi previsti alle istituzioni competenti».