La patologia psichiatrica è una patologia che colpisce la sfera cognitiva, emotiva, comportamentale e relazionale della persona, con un conseguente impatto sulle sfere personali, sociali e lavorative, che nell’insieme costituiscono il cosiddetto “funzionamento” dell’individuo. La Riabilitazione Psichiatrica guida il soggetto al raggiungimento di un livello di funzionamento psicosociale e di benessere soggettivo soddisfacente nonostante la malattia mentale, attraverso il lavoro integrato ed imprescindibile con la persona ed il suo ambiente.
In riferimento alla definizione dell’OMS, per Riabilitazione si intende quell’insieme di interventi che mirano allo sviluppo di una persona nel suo più alto potenziale sotto il profilo fisico, psicologico, sociale, occupazionale ed educativo, in relazione ai suoi deficit e all’ambiente.
LA NASCITA DEL TERP
Per tale ragione in ambito psichiatrico, con un approccio complementare a quello puramente psichiatrico-farmacologico e psicoterapeutico, nasce la figura del Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica, in linea con il bisogno crescente di integrare l’ambiente ed il territorio tra le variabili di cura. A partire dagli studi che hanno evidenziato l’inefficacia della sola farmacoterapia nella reintegrazione nella comunità dell’utente psichiatrico (Anthony et al., 2003; Libermann et al., 1995), dalla considerazione del deficit funzionale come elemento di diagnosi (DSM-IV), la mission dei servizi di salute mentale si è costruita nell’ottica di interventi globali sulla persona, multi-professionali e integrati con il contesto territoriale.
In linea con i concetti di Empowerment e Recovery, il Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica collabora all’interno dell’equipe multidisciplinare alla valutazione, all’analisi dei bisogni e del contesto familiare e socio-ambientale, collabora all’individuazione di obiettivi terapeutici, attua interventi riabilitativi volti all’autonomia dell’utente, opera nell’ambito della prevenzione, del contesto familiare e sociale, collabora alla valutazione degli esiti della presa in carico. Inoltre, egli contribuisce alla formazione del personale di supporto, collabora all’identificazione del fabbisogno formativo, attua strategie di counseling e di case-management e può aspirare alle alte cariche dirigenziali e gestionali all’interno dei servizi.
IL PROFILO PROFESSIONALE
Le competenze appena citate descrivono il relativo profilo professionale, definito all’interno del Decreto Ministeriale 182 emanato il 29 Marzo 2001. Potremmo dunque dire che si tratta di una figura relativamente giovane, ma Autonoma e Responsabile.
L’individuazione del Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica è in realtà frutto di passaggi tortuosi, in cui il “Decreto Lorenzin” del 2017 in materia di Riordino della Disciplina degli Ordini delle Professioni Sanitarie e la successiva legge 3 del 2018 che ha sancito la nascita degli Albi Professionali rappresentano la conquista ultima di anni di lavoro, lo step più recente di una storia che ha avuto come obiettivo il riconoscimento della Professione, la lotta contro l’abusivismo e la tutela del cittadino che si rivolge al servizio sanitario.
Precedentemente la Legge 42 del 1999 e la successiva Legge 251 del 2000 hanno contribuito ad una evoluzione culturale, parlando di Professioni Sanitarie Autonome e non più Professioni Sanitarie Ausiliarie, di Competenze e non più di Mansioni; motivo per cui il Professionista Sanitario è ad oggi titolare di competenze, lavora in autonomia e con responsabilità professionale, in collaborazione e scambio reciproco con le altre professioni. Questo nucleo identitario riguarda tutte le professioni ed ha preparato il terreno alla figura del Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica, nata appunto nel 2001.
LE PRIME SCUOLE DIRETTE A FINI SPECIALI
Il punto di partenza però si colloca nel 1989 con la nascita di 6 Scuole Dirette a Fini Speciali di durata triennale nelle Università de L’Aquila, Ancona, Catania, Messina, Pavia e Trieste, con il rilascio del diploma di Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica e Psicosociale. Con la riforma del Novembre 1990 (Legge 341) sono state soppresse le Scuole dirette a fini speciali, seguite poi dal Diploma universitario in Riabilitazione Psichiatrica e Psicosociale, relativo al Decreto del 15 Dicembre 1992 e in linea con il decreto legislativo dello stesso anno che individua i profili professionali del personale dell’area infermieristica, tecnica e della riabilitazione. Il passaggio successivo è relativo all’individuazione della figura del Tecnico dell’Educazione e della Riabilitazione psichiatrica e psicosociale con il Decreto 57 del 17 Gennaio 1997: con questo passaggio e con la successiva dichiarazione di equipollenza di diversi diplomi e attestati allo stesso titolo, si traccia un passaggio storico che determinerà talvolta confusione, che verrà meglio chiarito con la nascita del profilo professionale nel 2001 ed in modo determinante con l’avvento dell’albo professionale.
Diversi titoli tra cui il “Tecnico della Riabilitazione psichiatrica e psicosociale” (Decreto 10 Marzo 1982, n. 162 ); il “Tecnico di assistenza sociale psichiatrica” (Decreto del presidente della Repubblica 10 Marzo 1982, n.162 – Legge 11 Novembre 1990, n. 34), il “Terapista della Riabilitazione” (Legge 30 Marzo 1971, n.118 – Decreto del Ministro della Sanità 10 Febbraio 1974 e normative regionali, Decreto del presidente della Repubblica, n. 162 del 10 Marzo 1982 – Legge 11 Novembre 1990, n. 341), vengono dunque dichiarati equipollenti al titolo di tecnico dell’educazione e della riabilitazione psichiatrica e psicosociale, ovvero vengono equiparati ad esso in termini di efficacia.
Il diverbio sorge nel momento in cui lo stesso profilo ex DM 57/97 viene soppresso e reso equipollente al titolo di Educatore Professionale, non chiarendo attraverso nuovi decreti se l’equipollenza fosse estesa anche ai titoli precedenti al 1997 e resi già equipollenti al Tecnico dell’Educazione e della Riabilitazione psichiatrica e psicosociale. Quindi alcuni Servizi hanno confuso “semanticamente” le figure sopracitate con quella del Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica, che in realtà nasce da queste esperienze professionali ma normativamente viene definito “ex novo”: le certificazioni datoriali e occupazionali hanno permesso di dirimere i dubbi e comprendere la reale “natura professionale” di ciascun professionista.
L’approvazione del DDL Lorenzin e l’effettiva creazione degli Albi Professionali per tutte le professioni sanitarie della riabilitazione colma il vuoto normativo che ha potuto suscitare confusione in passato, rappresentando sia un punto d’arrivo in termini di conquista e percorso storico che un punto di partenza in termini di sicurezze e costruzione di specificità, divisione di competenze, multidisciplinarietà, responsabilità e autonomia professionale.
Concludendo, la nascita del Tecnico della Riabilitazione Psichiatrica rende dunque possibile e ancora più concreto il passaggio storico dall’assistenzialismo in ambito psichiatrico all’attuazione di interventi sanitari specifici basati sull’evidenza scientifica, intervenendo sulle difficoltà cognitive, emotive, sociali e lavorative attraverso strumenti e tecniche ebm ed ebp, che permettono il raggiungimento di obiettivi di autonomia, di potenziamento delle abilità personali e di sviluppo di strategie alternative nella gestione delle problematiche che avranno perciò un impatto meno rilevante in termini di disabilità.
Giusy Stella
Valerio De Lorenzo
CdA Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica