Dal microfono a carbone di Edison alla rivoluzione digitale, la lunga marcia dell’audioprotesi della storia e il parallelo sviluppo della professione

Dal microfono a carbone di Edison alla rivoluzione digitale, la lunga marcia dell’audioprotesi della storia e il parallelo sviluppo della professione

I primi tecnici audioprotesisti della storia si fanno risalire al 1926. La prima Scuola Diretta a Fini Speciali è del 1975, ma la svolta è con l’istituzione del profilo professionale nel 1994.

 

Nel tracciare la storia della nostra professione è impossibile non tener conto dell’evoluzione tecnologica che nel tempo hanno avuto i dispositivi acustici.

Per questo veloce viaggio ci serviremo soprattutto dell’ottimo scritto “L’Audioprotesi italiana” di Giacomo Martinotti e Corrado Canovi e che vi invitiamo a leggere a questo link

I PRIMI DISPOSITIVI ACUSTICI

I deboli di udito hanno da sempre cercato di aiutarsi per sentire meglio con vari strumenti naturali e nel passato hanno utilizzato corni di animali o trombe acustiche ricavate da fossili. Alcune di queste soluzioni sono state posizionate in modo strategico e in oggetti quali sedie o anche poltrone.

Si può affermare che i primi dispositivi costruiti vedono la luce alla fine dell’800 quando vengono creati i primi apparecchi acustici elettrici.

Nel 1877, Thomas Edison brevettò il microfono a carbone che convertiva il suono in segnali elettrici ma nonostante l’elettricità sviluppata, questi rudimentali sistemi per l’udito non disponevano di amplificatore. Inoltre, il fastidioso rumore di fondo prodotto dai componenti superava anche il 50%.

Da quel momento molte aziende si cimentarono nello sviluppo di nuove soluzioni migliorandone, man mano, sia la resa acustica sia la loro portabilità.

Un nuovo decisivo balzo in avanti ci fu intorno al 1920 quando apparvero le prime valvole termoioniche. A quei tempi però i problemi derivarono dalla pesantezza e dal calore che generavano questi apparecchi che li rendevano molto scomodi da utilizzare. Solo con l’avvento delle valvole miniaturizzate si ebbe un nuovo avanzamento nel settore.

I TRANSISTOR

Il vero passo in avanti avviene con l’introduzione dei transistor alla fine degli anni ‘40 che hanno poi rivoluzionato la tecnologia dell’amplificazione. Questi nuovi componenti elettronici permisero finalmente di inserire tutte le parti di cui era composto l’amplificatore, ma anche la batteria di funzionamento, in una stessa scatola, rendendo il tutto più agevole da portare per il debole di udito.

Parallelamente alla costruzione di dispositivi acustici occorreva sviluppare dei sistemi che permettessero la misurazione della perdita di udito.

Nel 1936 aprì il primo laboratorio della “Medical Acoustics Instruments Company” (Magico) che produsse i primi audiometri riconosciuti dall’American Medica Association (AMA).

Nel libro di Martinotti/Canovi le prime tracce dei nostri colleghi si fanno risalire al lontano 1926 quando appare la propaganda di un’azienda - la Doluta - dove veniva pubblicizzato un prodotto acustico e il nome del venditore che lo promuoveva: Secondo Vacca. 

Dopo la guerra apparvero nuovi protagonisti di cui sentiamo parlare ancora oggi: Charles Algernon Holland, Otello Giovacchini ed Enrico Buchwald. Sono loro che organizzarono le prime vere grandi imprese in Italia, rispettivamente: Amplifon, Mercury e Maico.

Passando gli anni era necessario che la figura del “venditore” di apparecchi acustici si evolvesse perché la complessità dei nuovi dispositivi acustici e le mutate necessità dei pazienti/clienti richiedevano un atteggiamento molto più articolato. Ecco allora che il venditore diventa il Tecnico Specialista.

Il Tecnico Specialista era ancora soprattutto un venditore ma cominciava a frequentare corsi aziendali e di specializzazione sulle nuove soluzioni audioprotesiche che avevano come scopo quello di contribuire a migliorare i problemi dovuti alla sordità e non solo a preoccuparsi di vendere il “prodotto”.

Il paziente ipoacusico aveva sempre più bisogno di essere aiutato ad accettare psicologicamente l’abbassamento uditivo e ad adattare i dispositivi acustici, imparando ad utilizzarli nel migliore dei modi ed a riabituarsi ai suoni da molto tempo non ascoltati.

Dal punto di vista professionale i nuovi apparecchi acustici richiedevano sempre più competenze: bisognava saper regolare i filtri di cui ora erano dotati, utilizzare correttamente i soppressori di rumore che vi erano inseriti, e rilevare l’impronta del condotto uditivo per costruire gli auricolari e i nuovi apparecchi intrauricolari.

LA RIVOLUZIONE DEL DIGITALE

Alla fine degli anni ‘80 avviene una nuova rivoluzione nel settore dei dispositivi acustici con l’introduzione della tecnologia digitale. 

Da allora in poi lo sviluppo tecnologico è cresciuto costantemente e velocemente, tanto che è stato necessario per gli Audioprotesisti rivedere e ampliare le loro competenze.

Se inizialmente, negli anni tecnologici ed elettronici, le competenze fondamentali per l’audioprotesista dovevano essere prevalentemente tecniche, oggi sono necessarie capacità comunicative, di sostegno psicologico ed empatico perché il counseling – affiancamento al paziente nella comprensione delle sue necessità, nella scelta del dispositivo, nella considerazione delle loro aspettative, nell’accompagnamento del percorso di adattamento individuale e successivo - assume un’importanza decisiva per la piena soddisfazione dei deboli di udito.

LE PRIME ASSOCIAZIONI DI AUDIOPROTESISTI

Facciamo ora una cronologia dei passaggi più importanti dalla nascita delle prime associazioni fino alla costituzione dell’Ordine delle Professioni e delle Commissioni d’Albo.

Il 21 Aprile 1965 nasce a Milano l’Associazione Importatori Fabbricanti Commercianti di Apparecchi Acustici con lo scopo dichiarato di dare voce a tutte le forze del settore affinché l’autorità pubblica riconoscesse ufficialmente la nuova professione.

La più conosciuta, A.N.A. - Associazione Nazionale Audioprotesisti - nasce il 3 Ottobre 1965 a Firenze. Insieme all’associazione vedeva la luce il termine Audioprotesista che compariva per la necessità di una migliore e più adeguata collocazione professionale.

Lo scopo dichiarato era quello di far conoscere all’autorità pubblica le istanze professionali degli Audioprotesisti, le quali richiedevano un intervento di riconoscimento giuridico della loro professionalità, la necessità di una qualificazione professionale ad alto livello e la definizione ed il rispetto di regole di deontologia professionale.

Nel 1969 nasce a Milano la prima Scuola di Audiologia Professionale ma di fatto non era una scuola per Audioprotesisti. Le scuole dedicate per i nuovi tecnici nacquero nel 1970 a Milano e Roma dai Consorzi Provinciali per l’Istruzione Tecnica. I corsi non erano più di pochi mesi ma biennali e destinati alla qualificazione degli operatori che da anni svolgevano l’attività senza possedere nessun attestato di preparazione professionale.

Nel 1971 l’Associazione Europea degli Audioprotesisti (A.E.A.) definisce il primo Profilo professionale dell’Audioprotesista: «È Audioprotesista colui che pratica la correzione delle deficienze della funzione uditiva mediante dispositivi meccanici ed elettroacustici che suppliscono a tali deficienze. Le sue attribuzioni si estendono alla valutazione dei disturbi di origine acustica ed alla protezione della funzione uditiva contro gli effetti del rumore».

Con il Decreto del Presidente della Repubblica del 31 Ottobre 1975, n. 929 viene istituita presso l’Istituto di Audiologia dell’Università di Milano la prima Scuola Diretta ai Fini Speciali per Tecnici Audioprotesisti. Il corso è di durata biennale per allievi in possesso del diploma di maturità alla fine del quale viene conferito il Diploma di Tecnico Audioprotesista.

Quattro anni più tardi, nell’ottobre del 1979, viene istituita anche all’Università di Siena una Scuola Diretta a Fini Speciali per Tecnici Audioprotesisti.

Nacque a quel punto l’esigenza di separare all’interno dell’Associazione ANA, le aziende audioprotesiche dai professionisti Audioprotesisti.

Sempre nello stesso mese, ma a Bologna, nascono tre nuove associazioni: A.N.A.P. Associazione Nazionali Audioprotesisti Professionali - con lo scopo di rappresentare la figura dell’Audioprotesista; l’A.N.A. Associazione Nazionale Audioprotesiche - con lo scopo di rappresentare le aziende distributrici, e l’A.N.I.F.A. Associazione Nazionale Importatori e Fabbricanti Protesi Acustiche - con lo scopo di tutelare i fabbricanti di protesi acustiche.

Negli statuti delle tre associazioni fu prevista una fattiva collaborazione per la costituzione di una federazione unitaria in cui tutte fossero rappresentate. Nel 1980 nacque F.N.A.A.I. Federazione Nazionale Associazioni Audioprotesiche Italiane.

Con il D.M. 30 del 26 gennaio 1988 vengono definite le mansioni e i requisiti degli Audioprotesisti per operare all’interno delle strutture pubbliche con collocazione: ruolo sanitario – tabella N – personale con funzioni di riabilitazione.

Il 30 Maggio 1990 il Consiglio Superiore di Sanità definisce la separazione dei profili tra Tecnico Audioprotesista e Tecnico Audiometrista.

IL PROFILO PROFESSIONALE

E finalmente: il 14 settembre 1994 con il D.M. n. 668 viene istituita l’attuale figura professionale dell’Audioprotesista:

Articolo 1

1) È individuata la figura del tecnico Audioprotesista con il seguente profilo: il tecnico Audioprotesista è l’operatore sanitario che, in possesso del diploma universitario abilitante, svolge la propria attività nella selezione, adattamento e controllo dei presidi protesici per la prevenzione e correzione dei deficit uditivi.

2) Il tecnico Audioprotesista opera su prescrizione del medico mediante atti professionali che implicano la piena responsabilità e la conseguente autonomia.

3) L’attività del tecnico Audioprotesista è volta all’applicazione dei presidi mediante il rilievo dell’impronta del condotto uditivo esterno, la costruzione e l’applicazione delle chiocciole o di altri sistemi di accoppiamento acustico e la somministrazione di prove di valutazione protesica.

4) Collabora con le altre figure professionali ai programmi di prevenzione e di riabilitazione delle sordità mediante la fornitura di presidi protesici e l’addestramento al loro uso.

5) Il tecnico Audioprotesista svolge la sua attività professionale in strutture sanitarie, pubbliche o private, in regime di dipendenza o libero-professionale.

Articolo 2

  1. Il diploma universitario di tecnico Audioprotesista, conseguito ai sensi dell’art. 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, e successive modificazioni, abilita all’esercizio della professione.

Articolo 3

1) Con decreto del Ministero della Sanità di concerto con il ministro dell’Università e della ricerca scientifica e tecnologica sono individuati i diplomi e gli attestati, conseguiti in base al precedente ordinamento, che sono equipollenti al diploma universitario di cui all’art. 2 ai fi ni dell’esercizio della relativa attività professionale e dell’accesso ai pubblici uffici. 

Finalmente esisteva una legge che definiva la figura dell’Audioprotesista e che ne riconosceva la professione, anche se il percorso non poteva dirsi concluso.

La norma, infatti, demandava le decisive indicazioni sull’equipollenza di diplomi e attestati al diploma universitario ad un successivo Decreto del Ministero della Sanità.

Per raggiungere questa meta, sarebbero dovuti passare ancora alcuni anni, mentre nel frattempo nel settore, per il progressivo sviluppo del mercato, continuava ad essere impellente il bisogno di giovani leve che le scuole non erano in grado di fornire in numero sufficiente.

Con la legge n. 42 del 26 febbraio 1999 la posizione dell’Audioprotesista cambia in modo definitivo e la denominazione di “Professione sanitaria ausiliaria” viene sostituita da “Professione Sanitaria”.

Il 27 luglio 2000 con un Decreto Ministeriale viene definita l’equipollenza dei diplomi e attestati degli Audioprotesisti ai fini dell’esercizio dell’attività professionale.

Con la legge 251 del 10 agosto 2000 denominata “Disciplina delle professioni sanitarie infermieristiche, tecniche, della riabilitazione, della riabilitazione, della prevenzione nonché della professione ostetrica” viene assegnato un percorso formativo e il titolo abilitante esclusivamente alla laurea triennale in Tecniche Audioprotesiche.

L’11 gennaio 2018 con la legge n. 3 il governo legifera il riordino delle Professioni Sanitarie istituendo l’Albo professionale degli Audioprotesisti.

E arriviamo a noi. Dal 13 al 16 dicembre 2019 ci sono state le elezioni per le Commissioni d’Albo che si sono poi insediate come da regolamento. Se oggi il Censis certifica che circa l’88% dei portatori di apparecchi acustici si ritiene soddisfatto del proprio dispositivo è grazie al nostro percorso fin qui fatto e che dobbiamo difendere con tutte le nostre forze.

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Scrivete a: cda.tap@tsrmpstrproma.it

A presto.

CDA – Tecnici Audioprotesisti Roma e Provincia