L'ipertermia potenzia l’effetto tumoricida della radioterapia e della chemioterapia. Ma non è una passeggiata: l’insorgenza di punti caldi nei tessuti sani non è sempre evitabile e a volte serve l’antidolorifico. Dai controlli di qualità delle apparecchiature al posizionamento del paziente, i compiti del TSRM.
L'ipertermia (HT) è un trattamento clinico per neoplasie maligne, complementare a radioterapia e chemioterapia, che produce un innalzamento esogeno della temperatura, fra 39-43°C, sul tessuto tumorale per un periodo di tempo sufficientemente lungo.
IL FENOMENO DELLA ‘TERMOTOLLERANZA’
I meccanismi attraverso cui l'ipertermia potenzia l’effetto tumoricida della radioterapia e della chemioterapia sono: l’aumento dell’ossigenazione delle cellule ipossiche, l’inibizione della riparazione del danno del DNA radio e chemio indotto, l’induzione della morte cellulare e la stimolazione immunitaria. Tendenzialmente il trattamento di Ipertermia viene ripetuto una o più volte alla settimana, non vengono però superate le due sedute per non incorrere nella termotolleranza, fenomeno per il quale le cellule, nel caso di cicli termici ripetuti, possono diventare più resistenti al calore.
IL PRINCIPIO ALLA BASE DELL’IPERTERMIA
Il principio su cui si basa il funzionamento dell’apparecchio di ipertermia e grazie al quale si possono raggiungere elevate temperature è simile a quello di risonanza magnetica. L'apparecchio genera un campo elettromagnetico grazie ad antenne dipolari circolari situate su applicatori dedicati che avvolgono il paziente a 360°. Lo spazio che intercorre tra l’applicatore e la cute del paziente viene occupato da un Bolus di plastica riempito di acqua deionizzata, il cui scopo è quello di migliorare l’accoppiamento magnetico, modulare l’assorbimento superficiale di energia ed alleviare la sensazione di calore.
La polarizzazione del campo elettrico magnetico lungo l’asse longitudinale del corpo consente il deposito di potenza in profondità evitando il surriscaldamento del grasso sottocutaneo e rendendo questa tecnica adatta anche a pazienti obesi. Il controllo dei parametri di alimentazione (fase e ampiezza) delle antenne consente la focalizzazione dell'energia nei siti bersaglio. Per rilevare la temperatura, l'apparecchio è dotato da un minimo di 4 ad un massimo di 8 sonde che consentono di ottenere un tracciato (Thermal Mapping) in tempo reale della temperatura, ma anche la mappa di una zona di circa 25 cm, comprendente sia la zona target sia la zona adiacente.
Come per la radioterapia, anche nell’ipertermia è presente un TPS chiamato HTPS Hyperplan, ossia un software che consente la ricostruzione di un modello geometrico del corpo partendo da un set di immagini TC e tramite simulazione numerica, il calcolo e l’ottimizzazione della distribuzione di temperatura. Nonostante l’ottimizzazione del trattamento, l’insorgenza di punti caldi nei tessuti sani non è sempre evitabile e la sudorazione è elevatissima per cui si rende necessario un accesso venoso per infondere una soluzione fisiologica e, all'occorrenza, antidolorifica.
IL RUOLO DEL TSRM
Il ruolo del tecnico di radiologia (TSRM) è fondamentale. Oltre alla corretta esecuzione dell'esame, il TSRM si occupa dei controlli di qualità delle apparecchiature e delle sonde termometriche, dell'impostazione della temperatura dell’acqua del Bolus che avvolgerà il paziente, tendenzialmente tra 28C° e 35C°; verifica e immette sull’apparecchiatura i dati del paziente ed il suo specifico piano terapeutico; posiziona il paziente sull’apposito lettino, centrandolo con l’applicatore dedicato, in modo tale che la superficie e lo spessore del bolus sia omogeneo; in collaborazione con il medico radioterapista, pianifica la terapia in termini di potenza da erogare; imposta il Thermal Mapping per "mappare" l'area in esame nell’unità di tempo.
Dott. TSRM Francesco CARNASSALE