La preparazione, l’ingresso a scuola, il confronto con i bambini, la refertazione: l’importanza dello screening cardiologico a scuola nelle parole del Tecnico della Fisiopatologia Cardiocircolatoria e Perfusione Cardiovascolare Raffaele Attena: «Grazie a questo progetto ho compreso innanzitutto l’importanza della prevenzione»
La Commissione d’Albo dei Tecnici della Fisiopatologia Cardiocircolatoria e Perfusione Cardiovascolare presenta l’esperienza di un nostro giovane collega, Raffaele Attena, che nell’ambito di un progetto finanziato da una onlus, si è occupato di screening cardiologico per la prevenzione delle aritmie cardiache in età pediatrica.
Se volete anche voi condividere le vostre esperienze lavorative, le vostre problematiche o anche solo raccontarci delle “storie”, in ambito professionale, inviatele alla mail della commissione d’albo: cda.tfcpc@tsrmpstrproma.it. pubblicheremo i vostri scritti sotto forma di brevi articoli.
Ecco la testimonianza di Raffaele Attena:
«Tutto inizia il 15 marzo del 2018, un giorno importante, un giorno fondamentale, il mio primo giorno di lavoro. Mi sveglio di buon’ora dopo aver dormito poco o niente per l’agitazione – racconta Attena -. Colazione veloce, mi preparo altrettanto velocemente ed esco di casa. Metropolitana e treno regionale per arrivare sul luogo di lavoro: una scuola elementare del quartiere Monteverde di Roma.
Sono un Tecnico di Fisiopatologia Cardiocircolatoria e Perfusione Cardiovascolare, ho 24 anni e mi occupo di screening cardiologico per la prevenzione delle aritmie cardiache in età pediatrica.
LE ARITMIE CARDIACHE
Come sappiamo le aritmie cardiache sono alterazioni del ritmo cardiaco, per le quali il battito risulta irregolare, con momenti di aumento (tachicardia), di diminuzione (bradicardia) o di assoluta irregolarità (per esempio la fibrillazione atriale) rispetto alla velocità media normale. Sappiamo anche che lo strumento principale per la diagnosi di un'aritmia è l'elettrocardiogramma (ECG) che permette di registrare l'attività elettrica del cuore.
Tra 1 e 6 anni la frequenza cardiaca media a riposo oscilla tra i 90 e i 130 bpm (battiti per minuto), dai 6 ai 12 anni va dai 60 ai 110 bpm.
Dai 7 anni in poi è spesso evidente una aritmia sinusale respiratoria con marcate variazioni del ciclo regolare. Si possono facilmente osservare oscillazioni del segnapassi in ambito sinusale, atriale e giunzionale, con conseguenti variazioni cicliche dell’intervallo RR e della morfologia delle onde P. È abbastanza frequente osservare fasi di ritmo atriale ectopico o di ritmo giunzionale che si alternano al normale ritmo sinusale, competendo con esso.
Battiti ectopici di origine sopraventricolare, in bambini con cuore strutturalmente sano, possono essere condotti con aberranza od anche essere del tutto bloccati, dando così luogo ad una pausa che può simulare un arresto sinusale (o un blocco seno-atriale). Battiti ectopici di origine ventricolare poi, presenti in forma isolata o in coppie, possono essere spesso successivi a stati emotivi particolari (ansia e agitazione) o a disordini gastroesofagei.
L’INGRESSO A SCUOLA
Entrando direttamente nelle scuole, ambiente confortevole per i bambini, senza camice ma indossando una semplice pettorina distintiva con il tesserino di riconoscimento in bella mostra, i bambini sono incuriositi da me, quasi per nulla spaventati, ben disposti nei miei confronti, e pronti a fare insieme “il gioco dei cerotti attacca-e-stacca” molto importante per la loro salute.
L’attrezzatura necessaria per il mio lavoro è abbastanza essenziale e prevede: un elettrocardiografo, un lettino portatile (nel caso in cui non fosse disponibile è possibile usare uno o più materassini presenti nelle palestre delle scuole, utilizzati di solito per fare attività fisica), un rotolo di carta da mettere sopra il lettino o ai materassini, e degli elettrodi pediatrici per l’ECG.
Solitamente il personale scolastico mi accoglie bene, molto entusiasta del progetto di prevenzione. Mi sistemano in una stanza (più frequentemente laboratori o palestre, ma anche aule in disuso) in cui ho a disposizione spazio a sufficienza per lavorare in serenità.
Il personale della scuola sa del mio arrivo già qualche mese prima del momento in cui entro fisicamente all’interno dell’istituto e, in qualche modo, “prepara” i bambini a quello che dovranno fare insieme a me, spiegando in modo molto creativo, come solo le maestre di asilo e scuola elementare sanno fare, cos’è un elettrocardiogramma.
Ne ho sentite davvero tante, dal classico “cuore che come un tamburo batte nel nostro petto” al più poetico “rumore del battito d’ali di migliaia di farfalle che hanno il nido nel nostro cuoricino”. Una volta organizzata al meglio la stanza dedicata allo screening, sono pronto a partire!!
Resto in stanza ad aspettare mentre i collaboratori scolastici, muniti dell’elenco dei bambini che hanno aderito al progetto, previa autorizzazione debitamente firmata da parte dei genitori, vanno di classe in classe, su e giù per l’intero edificio, chiamando i piccoli uomini e le piccole donne pronti per fare finalmente il tanto decantato elettrocardiogramma.
In genere in stanza con me ci sono circa dieci-quindici bambini (maschietti e femminucce, appartenenti ad una stessa classe, separati per questioni di privacy e di pudore), ed inoltre c’è un altro collaboratore scolastico che mi aiuta nella gestione della situazione.
Chiamati da me, uno alla volta, i bambini fanno l’ECG mentre i compagni osservano accuratamente tutto ciò che succede. Salgono sul lettino, si stendono, si rilassano mentre io inizio ad attaccare gli elettrodi; scrivo nome, cognome e data di nascita sull’elettrocardiografo; qualche minuto di attesa, giusto il tempo di far stabilizzare la frequenza cardiaca, ed è fatta. L’elettrocardiogramma è salvato in memoria sull’apparecchio e dopo qualche secondo viene stampato. Una volta raggruppati insieme tutti gli ECG, divisi per classe e per plesso, appartenente allo stesso istituto comprensivo, comunico con il medico competente, che si occuperà poi della refertazione.
É da premettere che la maggior parte dei cuori dei bambini che ho conosciuto sono perfettamente sani, ma mi é capitato, non di rado, di trovare delle anomalie elettrocardiografiche, alcune lievi ed innocue che spesso scompaiono con la crescita, altre un po’ più serie che necessitano di un ulteriore accertamento diagnostico (ECG Holter, ecocardiogramma, eccetera) da far eseguire in un secondo momento, ovviamente non a scuola, ma in un centro specialistico di riferimento liberamente scelto dai genitori.
Nel corso degli ultimi due anni ho eseguito davvero tanti ECG e mi sono confrontato con molte persone e realtà diverse. Ho preso pian piano le misure, ho imparato cosa vuol dire lavorare e soprattutto gestire il mio tempo, lavorando, e cercando di dare sempre il massimo nonostante i ritmi a volte molto serrati. Grazie a questo progetto ho compreso innanzitutto l’importanza della prevenzione, in questo caso specifico cardiologica ma, più in generale, della prevenzione in qualsiasi ambito medico e soprattutto in età pediatrica. Da un punto di vista personale, invece, grazie alle mie “piccole pesti”, ho capito quanto è bello sentirsi utili, facendo il lavoro che piace.
Dott. Raffaele Attena