Con immenso piacere pubblichiamo la nostra seconda intervista con la Dott.ssa Teodora Cristina Rus, Assistente Sanitaria presso l’ASL Roma 1. Grazie alla sua vasta esperienza maturata in diversi Servizi dell'Asl Roma1 e in altre Regioni, la Dott.ssa Rus ha acquisito un ampio bagaglio di competenze che le consente di distinguersi nel suo ruolo. Il suo impegno e la sua professionalità hanno contribuito in modo significativo alla diffusione della nostra missione, fondata sulla prevenzione, promozione e educazione alla salute. La Dott.ssa Rus rappresenta un punto di riferimento nella sua area, grazie alla sua capacità di affrontare le sfide sanitarie con un approccio innovativo e orientato al benessere collettivo, garantendo così un impatto positivo sulla comunità in cui opera.
1. Potresti iniziare presentandoti e descrivendo il tuo ruolo specifico all'interno del Servizio in cui lavori?
Buongiorno,
sono Teodora Cristina Rus e sono laureata in assistenza sanitaria dal 2012. Durante il tirocinio universitario ho avuto la fortuna di incontrare un medico del lavoro che mi ha permesso di affacciarmi all’ambito della medicina del lavoro fin da subito. Infatti, ho svolto la mia professione per i primi anni della mia carriera in uno studio di medicina del lavoro e successivamente mi sono cimentata nella gestione di progetti legati alla sorveglianza sanitaria in una società di servizi. Nel 2020, durante la pandemia da Covid-19, ho deciso di cambiare rotta e provare a confrontarmi con le attività che l’assistente sanitario svolge nel servizio pubblico. Da allora ho svolto la mia professione nell’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina di Trieste, nella Asl Roma 1, nell’Azienda USL Toscana Sud Est ad Arezzo per poi tornare nella Asl Roma 1. Attualmente svolgo la mia professione nel centro vaccinale del distretto 3 della Asl Roma 1. In questo servizio collaboro con altre figure professionali per offrire le vaccinazioni previste nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale ad utenti di ogni età. Oltre all’attività vaccinale, partecipo a progetti di promozione della salute sia nelle scuole che nelle comunità fragili.
2.Tra i vari progetti a cui hai lavorato, qual è quello a cui sei più affezionata e per quale motivo ti sta così a cuore?
Avendo svolto la professione in diverse aziende sanitarie, mi sono appassionata all’ambito vaccinale e nello specifico alla possibilità, capacità e professionalità che ha l’assistente sanitario di organizzare, programmare e gestire il servizio e le sedute vaccinali sia in situazioni di emergenza che in situazioni di vaccinazioni rutinarie. In alcune aziende sanitarie, infatti, l’assistente sanitario svolge la propria professione nei centri vaccinali come figura elettiva, con la massima autonomia professionale, argomento che mi sta molto a cuore per la crescita e il riconoscimento della nostra figura professionale. Purtroppo, ad oggi, l’assistente sanitario non ha raggiunto questo livello di autonomia in tutte le aziende in cui ho lavorato, difatti, ho riscontrato grandi differenze tra aziende sanitarie di diverse regioni italiane. Conseguentemente reputo prioritario un intervento per uniformare la modalità d’impiego dell’assistente sanitario nei vari servizi di aziende sanitarie diverse e in generale a livello nazionale.
3. Ci sono momenti particolari che ti hanno fatto amare ancora di più la tua professione?
Negli ultimi anni, sono entrata a far parte di una società tecnico-scientifica dedicata all’assistenza sanitaria, nella quale sono membro del consiglio direttivo e coordinatore del comitato formativo. In questo contesto ho avuto modo di confrontarmi con colleghi che svolgono la nostra professione in diverse regioni con l’obiettivo di far crescere le conoscenze e le competenze dell’assistente sanitario e per valorizzare e potenziare la cultura della prevenzione e della promozione della salute di cui l’assistente sanitario è promotore. Il ruolo di coordinatore del comitato formativo mi ha permesso, in collaborazione con gli altri membri del comitato, di organizzare corsi di formazione e approfondimento destinati a colleghi assistenti sanitari e a studenti del corso di laurea in assistenza sanitaria. Questa esperienza ha dato un grande apporto per ampliare la mia visione sulla nostra professione ma anche per confrontare le diverse modalità ed approcci e approfondire aspetti e ambiti meno noti della nostra professione e di amarla ancora di più. Ritengo infatti che l’aspetto della condivisione delle conoscenze e degli obiettivi raggiunti come professione sia fondamentale per un maggior riconoscimento della nostra figura professionale e per raggiungere un’omogeneità di comportamento e d’impiego in tutte le regioni italiane.
4. Qual è l’aspetto del tuo lavoro che trovi più appassionante e gratificante?
L’aspetto più gratificante è quello legato al poter fare la differenza nel prevenire le malattie o intercettarle nella loro fase asintomatica, sia intervenendo per il singolo come per esempio nel caso della vaccinazione, che però si ripercuote anche sulla comunità, sia intervenendo sul gruppo partecipando a progetti di promozione della salute rivolti ad un bacino d’utenza più ampio. Inoltre, mi appassiona interfacciarmi con l’utenza e cercare di offrire un approccio accogliente ed empatico, caratteristico della nostra professione. Avere questo tipo di approccio con gli utenti per me può fare la differenza per far avvicinare il singolo e la comunità ai Servizi offerti e di conseguenza ad uno stile di vita salutare, ma anche per stimolare e aumentare la health literacy.
5. Infine, quali consigli daresti a chi è interessato a intraprendere questa professione? Ci sono competenze o esperienze che ritieni fondamentali per essere un buon Assistente Sanitario?
A coloro che sono interessati a intraprendere questa professione posso dire che gli ambiti della prevenzione, promozione della salute ed educazione sanitaria ci sono innumerevoli opportunità e ambiti da esplorare. Avere la capacità di proporre nuovi progetti, nuove idee e nuovi ambiti d’intervento è fondamentale per non rimanere ancorati alle solite operatività che ci vengono proposte. Essere dinamici e propositivi credo sia fondamentale per essere un buon assistente sanitario. Ritengo fondamentale avere conoscenze negli ambiti più conosciuti in cui interviene l’assistente sanitario come la gestione delle attività in seguito alla notifica di una malattia infettiva, l’ambito vaccinale, i progetti di promozione della salute in vari ambiti e contesti, la medicina del viaggiatore, i servizi di screening, ma anche nelle attività nei consultori familiari, nella medicina del lavoro, nei servizi per le dipendenze, nella medicina dello sport, servizi per i migranti, medicina penitenziaria, negli ambulatori di pneumologia, diabetologia, oncologia ecc. Più ampie sono le vedute, più possiamo individuare nuovi obiettivi e più attiviamo nuove risorse per raggiungere i nostri scopi.
Ringrazio i colleghi della CdA per l’opportunità.