In Italia la figura dell'Assistente Sanitario nasce dopo la Prima guerra mondiale, grazie alla collaborazione tra la Croce Rossa Americana e la Croce Rossa Italiana. La Croce Rossa Americana fondò le "Scuole di medicina, pubblica igiene e assistenza sociale" per "Assistenti sanitarie visitatrici", che passarono successivamente sotto la guida della C.R.I. Le prime scuole ad entrare in funzione furono quella di Roma nel 1919, poi a seguire quelle di Bologna, Firenze, Milano e Torino nel 1920 e Napoli nel 1924. L'istituzione delle scuole fu autorizzata con il Regio Decreto Legge 15 agosto 1925, n. 1832 .
I bisogni sociosanitari a quell’epoca erano tanti, molti inespressi, sicuramente diversi da quelli di oggi. Le allora Assistenti Sanitarie Visitatrici (professione nata prettamente al femminile) oltre che essere impegnate nei servizi, si recavano a domicilio dei cittadini per visionare e prendere atto delle condizioni igienico sanitarie in cui versavano i nuclei familiari (analisi del territorio) e trovare risposte di educazione e promozione della Salute per ogni singolo contesto. La visita domiciliare era riservata anche alle puerpere per essere aiutate nell’allattamento al seno, nella cura igienica del neonato e nell’allestimento dello spazio domestico dedicato al nascituro. In quel periodo, gli unici operatori sanitari che si occupavano di Igiene e Sanità Pubblica erano i Medici Igienisti e Assistenti Sanitarie. Senza saperlo, le ASV anticipavano e mettevano in pratica quanto poi sancito al punto 3 dell’art.1 del D.M. 69/97 “L’assistente sanitario: a) identifica i bisogni di salute sulla base dei dati epidemiologici e socio-culturali, individua i fattori biologici e sociali di rischio ed è responsabile dell’attuazione e della soluzione e degli interventi che rientrano nell’ambito delle proprie competenze; …f) attua interventi specifici di sostegno alla famiglia, attiva risorse di rete anche in collaborazione con i medici di medicina generale ed altri operatori sul territorio e partecipa ai programmi di terapia per la famiglia”... Le emergenze ci sono sempre state (TBC, Colera, Tifo, Spagnola, AIDS, Tossicodipendenze ed altro) ma l’Assistente Sanitario, che nel frattempo perderà il termine “visitatrice”, avrà uno specifico mansionario (DPR del 14.03.74 n.225), si vedrà riconoscere il profilo professionale con il decreto del Ministero della Salute n.69/97 ed il percorso formativo abilitante universitario (D.M. 3 novembre 1999, n.509 e successivi), non perderà la sua radice storica ma anzi la rafforzerà in funzione dell'acquisita autonomia professionale e dell'abolizione del mansionario. Da sempre la peculiare attività dell’Assistente Sanitario è rivolta al singolo, alla coppia, alla famiglia ed alla comunità per la prevenzione primaria, alla sorveglianza delle condizioni igienico sanitarie nelle famiglie, scuole, comunità assistite, al controllo e all’igiene dell’ambiente e del rischio infettivo, alla prevenzione delle malattie non trasmissibili, all’Educazione alla Salute ed alla Promozione di stili di vita salutari nella scuola, nei servizi sanitari, nei luoghi di lavoro. L’attività si svolge mediante l’uso di tecniche, strumenti e competenze diversificate, quali a solo titolo di esempio: indagini epidemiologiche, screening, contact tracing, questionari, colloqui, studio e ricerca, sorveglianza sanitaria e medica, interventi di Educazione alla Salute, vaccinazioni.
Questo breve stralcio storico è rivolto a tutti i colleghi Assistenti Sanitari, soprattutto quelli più giovani, con l'augurio che facciano propria ed approfondiscano la memoria storica della nostra professione caratterizzata già all’origine da aspetti innovativi e tuttora attuali quali: attenzione alle patologie emergenti, alla specifica attività nel settore della prevenzione e promozione della salute e la prevalente modalità di intervento nella rete territoriale.
La CdA Assistenti Sanitari di Roma e Provincia è orgogliosa di svolgere anche questa funzione!