Dalle prime scuole di Logopedia al profilo professionale, storia ed evoluzione della Logopedia in Italia.

Dalle prime scuole di Logopedia al profilo professionale, storia ed evoluzione della Logopedia in Italia.

L’inizio della Logopedia in Italia pone le sue radici fondamentalmente nella realtà “scolastico – educativa” con insegnanti specializzati che operavano presso istituti, ma le prime scuole Dirette a Fini Speciali universitarie arrivano alla fine negli ’60. Il Profilo Professionale DM n° 742/94, è stato il primo tentativo di elencare esattamente le competenze del Logopedista introducendo il concetto principale di Bilancio e Valutazione Logopedica.

 

 

La logopedia in quanto disciplina intimamente connessa alla comunicazione trova le sue radici più profonde nelle antiche civiltà ed in quelle orientali. Dagli Assiri ai Babilonesi, dai Sumeri ai Greci, dalla medicina indiana a quella cinese ed araba, in ognuna di esse si ritrovano la storia, le premesse ed i presupposti alla scienza comunicologica odierna (con gli embrionali concetti legati alla voce, allo speech, alla respirazione ed alla comunicazione scritta). 

 

LA NASCITA DELLA LOGOPEDIA E LO SVILUPPO IN ITALIA

Tale evoluzione epistemologica vede nascere nella seconda metà dell'800 in Germania e in Francia - grazie ai primi scienziati formali della foniatria - la figura del Logopedista.

In Italia lo sviluppo della professione è avvenuto, nel corso degli anni, a seguito di trasformazioni culturali e notevoli cambiamenti organizzativi all’interno del Sistema Salute. Basti pensare che l’organizzazione sanitaria durante gli anni dell’Unità d’Italia, era semplicemente una regolamentazione: la salute e la riabilitazione erano considerate un problema della sfera privata dell’individuo. Solo agli inizi del XX secolo la salute diventò un problema sociale e politico. 

Nel 1947 con l’approvazione della Costituzione della Repubblica Italiana venne riconosciuto all'art. 32 “il diritto alla salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. La prima vera riforma in ambito sanitario ci fu nel 1968 con la Legge n.132, nota come Legge Mariotti, con la quale venne uniformata l’assistenza ospedaliera. Durante questi anni la professione medica si andò consolidando e la riabilitazione, con le relative tecniche di rieducazione, cominciò a diffondersi.

La logopedia non esisteva e ciò che più si avvicinava all'odierna professione erano delle specializzazioni che molti insegnanti, a vario titolo, avevano conseguito concentrando per lo più la loro attività all’interno del sistema scolastico (scuola normale e speciale).

L’inizio della Logopedia in Italia pone così le sue radici fondamentalmente nella realtà “scolastico – educativa” con insegnanti specializzati che operavano presso istituti e che si assumevano la responsabilità della educazione / rieducazione del disabile fosse esso affetto da sordità che da deficit psico-fisico.

 

IL RUOLO DEI MAESTRI DI CANTO E DIZIONE

Quindi storicamente la logopedia ha avuto in Italia i suoi precursori in coloro che si occupavano per svariate ragioni della produzione della voce e della corretta articolazione della parola: dai maestri di canto e di dizione ai maestri per sordi e ad altri educatori di minori con disabilità. Sostanzialmente erano persone che a vario titolo, in virtù del loro ruolo di insegnanti o di semplici cultori della materia, si ritrovavano in modo contingente a essere considerati degli esperti, talvolta addirittura il meglio che si potesse trovare relativamente alla voce, alla parola e al linguaggio. 

 

LE PRIME SCUOLE DI LOGOPEDIA 

Le prime vere e proprie scuole per logopedisti vennero aperte alla fine degli anni ‘60 come Scuole Dirette a Fini Speciali universitarie, con circa 50 anni di ritardo rispetto ad altri stati europei. Si delineò chiaramente in quel momento il carattere sempre più “sanitario” di questa professione in quanto erano gestite dalle Facoltà di Medicina e Chirurgia. In una sola Università italiana, quella di Padova, la Scuola diretta a Fini Speciali (SDAFS) per logopedista era stata istituita presso la Facoltà di lettere e Filosofia. 

Il profilo del Logopedista andò quindi evolvendosi parallelamente alla Sanità e al concetto di salute. Infatti con l'istituzione del Sistema Sanitario Nazionale SSN (Legge n° 833/78) si determina una coscienza riabilitativa e il focus passa dalle funzioni alla persona e vengono introdotti per la prima volta i concetti di prevenzione, cura e riabilitazione. La salute per la prima volta viene definita come “stato di benessere”. L’anno successivo, con l’emanazione della legge sullo stato giuridico del personale dipendente dalle Unità Sanitarie Locali (USL, Legge 761/79), viene sancita l’appartenenza dei logopedisti al solo specifico ambito sanitario, nel settore riabilitativo appunto.

Nasce così un modello organizzativo del lavoro multi e interprofessionale che valorizza il contributo di tutte le professioni sanitarie, comprese quelle riabilitative. 

Negli anni ‘90 si assiste alla trasformazione delle USL e dei grandi ospedali in Aziende e il concetto di riabilitazione cambia, diventando un processo di educazione e rieducazione attraverso il quale la persona può raggiungere il miglior livello di vita possibile sul piano fisico, psichico, funzionale, sociale ed emozionale. 

Nel D.Lgs. 502/92 viene individuato un nuovo percorso formativo del personale sanitario, infermieristico, tecnico e della riabilitazione che fino ad allora era stato molto variegato e disomogeneo e vengono individuate le figure professionali dell’Area della Riabilitazione con i relativi profili. 

Da allora in poi veniva quindi richiesto, per l’esercizio della professione logopedica, il possesso del Diploma Universitario abilitante che era diventato l’unico canale formativo esistente in Italia.

 

IL RUOLO DELLA FEDERAZIONE LOGOPEDISTI ITALIANI

Il processo di professionalizzazione della Logopedia deve tanto alla Federazione Logopedisti Italiani – FLI, unione di Associazioni regionali del territorio nazionale con lo scopo di sostenere e tutelare la professione e i soci presso i principali organismi istituzionali e politici a livello sia nazionale sia europeo. 

La Federazione viene riconosciuta nel 2008 a livello nazionale dal Ministero della Salute come Associazione Maggiormente Rappresentativa-AMR in quanto rappresentativa della categoria (DPR del 28.4.2008) ed ha coperto un vuoto legislativo vigilando e regolamentando la professione del Logopedista fintanto che nel 2018 non sono stati istituiti gli Ordini. 

La FLI tuttora promuove l’accrescimento culturale e la ricerca, collaborando con le principali società scientifiche e individuando, a livello nazionale, gli obiettivi di formazione di logopedia e della categoria. Ma soprattutto la Federazione in questi anni ha promosso costanti azioni per far crescere la professione e definire l’agire del Logopedista: a partire dal 2003 è diventata centrale la promozione di efficacia, appropriatezza, affidabilità e quindi qualità dell’intervento professionale. Per questo fine sono stati creati gruppi di interesse specifico per l’individuazione di linee guida e raccomandazioni come strumenti operativi multidisciplinari e multi professionali, utili a uniformare i comportamenti dei professionisti nei principali settori di intervento.

La FLI, in qualità di AMR dei logopedisti italiani, insieme agli allora nove Paesi della Comunità Europea firmò l’atto costitutivo de Comité Permanent de Liaison des Orthophonistes/Logopèdes de l’Union Européenne - Standing Liaison Committee of EU Speech and Language Therapists and Logopedists (CPLOL/SLCSLT). Da allora, i Paesi membri (che sono poi diventati 27, oltre ad altri che partecipano come membri osservatori) hanno dato vita a un osservatorio permanente sulla professione e i professionisti europei, liberi di circolare professionalmente tra i Paesi membri.

Il CPLOL è stato creato con lo scopo di armonizzare la professione sul piano europeo, creando uno strumento che permetta di individuare standard condivisi relativi alla formazione di base e continua; di confrontare le pratiche professionali, i campi di attività, gli statuti, i codici deontologici e di rappresentare le organizzazioni professionali aderenti presso le autorità politiche, parlamentari e amministrative europee e internazionali. 

La Legge n° 42/99 26 sancisce la scomparsa delle professioni sanitarie ausiliarie e l’affermazione di professioni sanitarie a tutti gli effetti, con dignità propria e conseguenti responsabilità stabilendo l’abolizione dei mansionari. Si assiste all’affermarsi di un concetto moderno e dinamico del campo di intervento del logopedista definito più chiaramente dall’ordinamento didattico, dal codice deontologico e dal profilo professionale.

 

IL PROFILO PROFESSIONALE

Il Profilo Professionale DM n° 742/94, è stato il primo tentativo di elencare esattamente le competenze del Logopedista introducendo il concetto principale di Bilancio e Valutazione Logopedica come atti fondamentali che precedono ogni attività riabilitativa e viene definita l’attività del logopedista come preventiva, educativa e riabilitativa. Viene data fondamentale importanza alle attività di verifica dell’efficacia terapeutica, mettendo così in primo piano la totale autonomia dell’operatore. Ampio risalto viene inoltre dato anche alle attività riferite allo studio, alla didattica e all’attività di consulenza, specificando che l’attività professionale può essere svolta in strutture sanitarie pubbliche o private, in regime di dipendenza o di libera professione. 

Nel gennaio 2000 il Decreto del Ministro dell’Università, Zecchino, trasforma nuovamente il percorso degli studi per esercitare la professione di Logopedista prevedendo un Corso di Laurea triennale iniziale con la possibilità di proseguire con un biennio di Laurea specialistica e ancora con la specializzazione, il Dottorato di Ricerca i Master. 

Quindi la Logopedia, come molte altre professioni sanitarie, è risultata regolamentata ma non ordinata per oltre un decennio. Solo nel 2018, con il decreto attuativo della legge n.3 (c.d. legge Lorenzin), sono stati istituiti 17 nuovi albi che si sono aggiunti ai preesistenti dei Tecnici sanitari di radiologia medica e degli Assistenti sanitari. Si è venuto così a formare la FNO TSRM PSTRP Federazione Nazionale degli Ordini dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione. Si completa in tal modo il quadro normativo per tutte le 22 professioni sanitarie.

L’istituzione di un Ordine e di un Albo Professionale garantisce la tutela dell’esercizio professionale e del cittadino che ne riceve i servizi, contrastando ogni forma di abusivismo professionale e prevedendo l’osservanza del Codice Deontologico. Questo grande fermento, che ha caratterizzato la formazione della nostra professione in questi ultimi anni è il segno di una grande crescita anche in senso professionale. Crescita che potrà continuare a rendere più sicura e forte la nostra professione solo se agiremo in Sinergia. L’Albo sta muovendo i suoi primi passi insieme a Voi e spera in un continuo e stimolante confronto verso questo obiettivo comune.

 

Fonti

Il Core Competence e il Core Curriculum del logopedista, FLI-Metodologie riabilitative in logopedia vol.18, Springer 2009

Storia della logopedia, FLI-Metodologie riabilitative in logopedia vol.22, Springer 2004

Manuale di Foniatria e Logopedia, Ruoppolo G., Schindler A., Amitrano A., Genovese E., Società Editrice Universo 2012