Avere mascherine trasparenti aiuterebbe le persone con ipoacusia: lasciano trasparire il movimento delle labbra e permetterebbero anche la lettura labiale. In questo periodo si sono moltiplicate le “barriere” acustiche: mascherina, plexiglass, visiera, distanza sociale
Ci siamo. Tutti fuori, con la raccomandazione della distanza sociale e dell’uso delle mascherine quando ci si trova in uno spazio ravvicinato. Ma cosa significa ascoltare le persone che indossano la mascherina per chi ha una disabilità uditiva?
Questo articolo non vuole, né può essere esaustivo su quello che implica l’uso delle mascherine nei suoi tanti aspetti, ma vuole interrogarsi su alcuni degli aspetti negativi che l’uso delle mascherine creano in moltissime persone ipoacusiche dal lato della comprensione delle parole: solo cenni per rimandare ad altri lavori più scientifici e ad altre ricerche di tipo interdisciplinare.
IL LINGUAGGIO VERBALE E LA COMPRENSIONE
Secondo l’Istituto Treccani, “Il linguaggio verbale è di fondamentale importanza nella vita sociale e individuale perché, grazie alla padronanza sia ricettiva (capacità di capire) sia produttiva di parole e fraseggio, possiamo intendere gli altri e farci intendere (usi comunicativi); ordinare e sottoporre ad analisi l'esperienza (usi euristici e cognitivi); intervenire a trasformare l'esperienza stessa (usi emotivi, argomentativi, ecc.)”.
Da quando è scoppiata la pandemia di coronavirus le mascherine di ogni tipo sono diventate indispensabili e praticamente obbligatorie quando la distanza sociale non è possibile.
Ma tutto questo cosa ha significato e significa per gli ipoacusici? Fin dal principio per le persone affette da ipoacusia, l’utilizzo delle mascherine si è rilevato un autentico problema. In un drammatico post apparso su Facebook ad inizio aprile pubblicato da Marilena Abbatepaolo, dirigente scolastica a Roma e sorda dall'età di 16 anni, c’era tutto il disagio di cosa significa essere privi di udito al tempo del Coronavirus:
“Essere sordo con il Coronavirus è un incubo nell'incubo. Non mi sono mai persa d'animo nella mia vita, ma da quando è scoppiato mi sembra di essere tornata ai miei 16 anni, quando tutto ebbe inizio. Anche allora la reazione fu: chiudermi al resto. Non sopportavo stare tra la gente. Dover vedere le labbra muoversi. Non capire. Preferivo stare sola.
Ed infatti a me questa quarantena non pesa. No, sono abituata al silenzio. Sono abituata a tutto questo. Ho spalle forti e larghe per affrontare questo. È quello che sta fuori che mi fa male oggi.
Certo proprio così. L'opposto della maggior parte delle persone. Perché io oggi non posso capire nulla.
Esco per la spesa e, diavolo della mascherina!, non mi fa leggere le bocche. Non le vedo le bocche. Non so nemmeno se parlano con me.
Sono uscita da casa con un foglio che ho mostrato alla commessa: non sento. Non parlarmi.
Lei ha provato. Voleva vendermi i punti, poi non so che altro.
Le ho risposto: Voglio solo pagare e tornare a casa. E le ho mostrato il foglio con scritto: sono sorda. Non capisco.
Quella commessa mi ha guardata, ha letto il foglio e ha fatto di sì con la testa. Eravamo uguali, lei e io. Fragili allo stesso modo.
Arrivata a casa, mi sono guardata allo specchio. No, non sono mai stata così maleducata in vita mia.
Stasera poi leggo una notizia che mi ha strappato un sorriso (la notizia di cui si parla è l’idea di Ashley Lawrence, studentessa americana che crea e realizza in casa e spedisce gratis a chi ne fa richiesta mascherine con un intarsio trasparente all’altezza della bocca - n.d.r.).
Ecco, una speranza mi si accende. Qualcuno si è ricordato di noi.
Anche se è in America, anche se qui in Italia non arriveranno le mascherine trasparenti, qualcuno si è ricordato che noi sordi esistiamo. Mi domando se qualcuno a scuola ha ricordato che i sordi non possono fare la didattica a distanza. Qualcuno si è posto questo problema?
Attendo risposte. Per ora ho solo questa notizia”.
Anche l’ENS - Ente Nazionale Sordi - ha denunciato le enormi difficoltà della Fase 1 quando le direttive delle istituzioni non sono state molto chiare al riguardo.
LE MASCHERINE TRASPARENTI
Ancora oggi però la normativa circa la produzione di questo tipo ti protezione non è chiara. Le omologazioni sono state richieste e sono in attesa di attestato di conformità.
Le mascherine trasparenti, in effetti, dovremmo indossarle tutti e la produzione dovrebbe proprio concentrarsi soprattutto tenendo conto di lasciare trasparire il movimento delle labbra, per permettere anche la lettura labiale.
C’è un aspetto però che viene poco considerato. Insieme alla protezione contro il virus, le mascherine rappresentano anche una barriera acustica. È indubbio, infatti, che il messaggio emesso con una mascherina risulti attutito.
La mascherina è una barriera non solo perché impedisce la lettura del labiale ma anche perché è una barriera per il suono emesso. E le “barriere” acustiche in questo periodo si moltiplicano: mascherina, plexiglass, visiera, distanza sociale. Quanti decibel in meno raggiungono gli ipoacusici di questi tempi?
Ma allora anche noi Tecnici Audioprotesisti, in fase di adattamento delle nostre soluzioni uditive, dobbiamo tenerne conto e aumentare l’amplificazione finale? Come dobbiamo considerare le difficoltà illustrate? È utile dotare i nostri pazienti di dispositivi come il microfono remoto per poterlo aiutare di più? Consigliare di utilizzare programmi diversi con regolazioni diverse a seconda se si è in ambienti con uso o meno della mascherina? O basterà solo raccomandare di aumentare il volume?
Ma come misurare l’impatto acustico di questi dispositivi di protezione? Come scoprire quali sono le frequenze che ne vengono interessate? Quanti sono i decibel che vengono assorbiti?
La mascherina trasparente è stata anche richiesta in sede parlamentare il 12 maggio 2020 nella seduta 338 dall’On. Giusy Versace. Nell’Ordine del Giorno di quella seduta l’Onorevole le ha richieste gratuitamente per tutti i sordi. Ma rimane una domanda: vista l’importanza che riveste la comunicazione verbale e le difficoltà che incontriamo tutti, anche se evidentemente molto più chi ha difficoltà uditive, non sarebbe opportuno raccomandarne l’uso da parte di tutti?
Scriveteci a: cda.tap@tsrmpstrproma.it
CDA – Tecnici Audioprotesisti