Covid19, prove di rientro per gli Igienisti dentali: «Noi tra i professionisti più a rischio contagio»

Covid19, prove di rientro per gli Igienisti dentali: «Noi tra i professionisti più a rischio contagio»

Con la Fase2 dell’emergenza Covid19 anche gli igienisti dentali riprendono l’attività ordinaria con la riapertura a tempo pieno degli studi dentistici. In realtà gli studi odontoiatrici non sono mai stati chiusi, ma hanno garantito sempre le urgenze per i pazienti che ne avevano bisogno.

Di fatto noi igienisti dentali siamo risultati essere la categoria fra i lavoratori più a rischio di contagio: la nostra distanza prossimale di circa 40 cm dal paziente e la nebulizzazione che si viene a creare con l‘aerosol generato dagli ablatori ad ultrasuoni, mette a repentaglio la nostra salute e questo avviene continuamente, avveniva prima nell’era pre Covid19, e ora anche di più: siamo i soggetti più fragili, perché può succedere di non avere protezioni sufficienti come è avvenuto in qualche ospedale dove hanno perso la vita molte persone.

LIBERI PROFESSIONISTI ATIPICI

La maggior parte di noi lavora in regime libero professionale, ma di libero c’è poco in quanto siamo sottoposti agli orari degli studi dentistici, al fatto che qualcun altro decida se aprire o no e farci lavorare, tranne nel caso di titolari o associati.

LE INDICAZIONI DEL TAVOLO TECNICO

In attesa della validazione delle indicazioni ministeriali elaborate dal tavolo tecnico scientifico di Odontoiatria, il Vice Ministro Pierpaolo Sileri ha dichiarato che il documento è già stato approvato ed è solo una questione di tempo.

Nel frattempo diversi i protocolli suggeriti dalle varie Associazioni Tecnico Scientifiche e non, hanno già preannunciato le indicazioni del tavolo tecnico scientifico, perché è certo che si tratterà di indicazioni, non di linee guida, perché per avere delle linee guida passerà del tempo: allora sapremo la verità su questo virus, sul suo comportamento, sull’immunità acquisita e la sua durata nel tempo, sulla trasmissione aerea, su quanto resiste nell’aria, quanto ci dobbiamo proteggere, se dovremo portare per sempre uno scafandro da atterraggio lunare, oppure potremo ridurre le nostre protezioni o forse dovremo aggiungerne altre, nuove invenzioni, nuove intuizioni. Allora e solo allora, potranno essere determinate delle Linee guida certe o per lo meno basate su una vera evidenza scientifica, valutandone la forza di questa evidenza e solo allora potremo avere delle Raccomandazioni attendibili.

Quello che è stato indicato ora, si basa sulla letteratura scientifica già esistente che sa poco o nulla del Sars-Cov-2. Dobbiamo solo sperare che le cure, i vaccini o almeno un attendibile test rapido sierologico siano presto trovati e che gli interessi economici vengano messi da parte per dare spazio all’interesse del bene comune.

Ricordiamoci sempre che siamo professionisti sanitari ed in quanto tali, in qualunque condizione lavorativa, il nostro dovere è quello di garantire la tutela della salute dei nostri pazienti e per farlo dovremmo in questo contesto tutelare preventivamente la nostra salute.

Nella fase 2 potremmo incontrare pazienti sintomatici, vi ricordiamo che sarà fondamentale segnalare ai Servizi di igiene e sanità pubblica ogni caso sospetto di Covid19, indicando ai soggetti interessati di rivolgersi alle Autorità sanitarie regionali, questo il link con i contatti, nel Lazio il numero a cui rivolgersi è  800 11 88 00.