Covid19, Assistente Sanitario figura centrale per la prevenzione: «Ma le istituzioni ci escludono dai percorsi formativi»

Covid19, Assistente Sanitario figura centrale per la prevenzione: «Ma le istituzioni ci escludono dai percorsi formativi»

Il ruolo dell’Assistente Sanitario nella Fase 2 dell’emergenza Covid19 può risultare determinante in un momento in cui il tracciamento dei contatti degli infetti sarà decisivo per evitare il riaccendersi dei focolai. Nonostante questo, però, spesso le istituzioni non stanno valorizzando al meglio questa professione.

La scarsa attenzione prestata da tanti anni ai temi della prevenzione e promozione della salute ha determinato l'impoverimento e la svalutazione dell’assistente sanitario, una figura professionale centrale e storica da sempre dedita nella tutela della sanità pubblica.

Il bagaglio di conoscenze, esperienze e tecniche maturate da tale professionista ha radici profonde: dalla Medicina Scolastica ai Consultori, dai Dipartimenti di Prevenzione ai Centri Vaccinali fino ai Servizi del territorio.

Nel corso del tempo in ognuno di questi ambiti la figura professionale dell'Assistente Sanitario, elettiva nel campo della Prevenzione e nella Educazione alla Salute, è stata defraudata delle proprie competenze e sostituita indebitamente da altre professioni.

Così facendo è stata messa in secondo piano la prevenzione per privilegiare l'assistenza.

ASSISTENTI SANITARI E COVID19

Nella più stretta attualità molti colleghi Assistenti Sanitari già impegnati sul campo nella fase 1 dell’emergenza Covid19 assistono preoccupati e risentiti di fronte agli ennesimi tentativi di oscurare o svuotare le loro specifiche competenze, tramite sostituzioni o sovrapposizione con altre figure professionali.

Le competenze dell’Assistente sanitario contenute nel profilo professionale (DM 69/97) rientrano perfettamente per appropriatezza e competenza nelle attività rilevanti nell’impegno a contenere il contagio da Covid19:

- le inchieste epidemiologiche con presa in carico dei casi;

- la ricerca attiva e presa in carico dei contatti;

- la sorveglianza sanitaria attiva dei contatti e degli operatori sanitari;

- la sorveglianza attiva delle Comunità (ex. RSA, Case di Riposo, Strutture per Disabili) e delle strutture intermedie COVID-19

- la gestione delle dimissioni protette dei pazienti “guariti” ma che non rientrano nella loro realtà familiare e ospitati in specifiche strutture;

- la formazione e informazione alla rete dei contatti (modalità di trasmissione, precauzioni e scelte consapevoli, modalità di segnalazione di segni e sintomi dell’infezione, analisi dei bisogni, ascolto attivo);

- l’esecuzione dei tamponi, dei test sierologici e delle tecniche di monitoraggio biologico applicato alle malattie infettive;

- l’attività di rete nello svolgimento del piano di emergenza (Direzione Medica, PS, MMG, PLS, laboratorio analisi, Sindaci);

- l’attività elettiva nella organizzazione ed effettuazione della vaccinazione routinaria che non deve essere sospesa o ridotta e nella organizzazione dei Centri di Vaccinazione (in previsione di un incremento dell’offerta vaccinale agli over 65 e in attesa del vaccino anti Covid-19).

La preoccupazione e il risentimento dei colleghi Assistenti Sanitari sono ancora più intensi quando poi si assiste ad oblii istituzionali incomprensibili.

Abbiamo assistito in queste settimane ad una serie di “chiamate”, ad opera del Dipartimento della Protezione Civile, soddisfatti della grande dedizione di tanti professionisti (medici, infermieri, OSS). Nell’avvio della Fase 2 viene poi rivolta una particolare attenzione al ruolo strategico della rete sanitaria territoriale al fine di contenere efficacemente l’epidemia da Covid 19.

Tuttavia, in entrambe le fasi non sono menzionati gli Assistenti Sanitari quando sarebbe necessario più che mai prevedere e ricorrere al contributo di tutte quelle professionalità specifiche e di esperienza quali appunto quella dell'Assistente Sanitario.

L’oblio istituzionale prosegue escludendo la partecipazione degli Assistenti Sanitari, professionisti formati ed abilitati ad occuparsi di prevenzione, anche nei percorsi formativi sul tema Covid19, promossi da autorevoli istituzioni sanitarie.

CORSO ISS, ASSISTENTI SANITARI ESCLUSI

L’ Istituto Superiore di Sanità, ha attivato il corso FAD “Emergenza epidemiologica Covid19: elementi per il Contact Tracing”, la cui iscrizione è consentita ai soli Medici, Infermieri con l’aggiunta degli assistenti sociali, estendendo così competenze nell’attività di sorveglianza attiva (contact tracing) a professionisti che operano nel sociale e non nell'area sanitaria della Prevenzione e Promozione della salute.

Gli Assistenti Sanitari sono prontamente intervenuti. Sul tema l’AsNAS (Associazione Nazionale degli Assistenti Sanitari) ha sensibilizzato le più importanti istituzioni politiche sanitarie sul contributo dell’Assistente Sanitario a tutela della salute pubblica in emergenza Covid19.

In particolare, sul richiamato corso FAD promosso dall’ISS, il collega dott. Alessandro Macedonio, in qualità di Rappresentante dell’Area della Prevenzione in seno alla Commissione Nazionale per la formazione continua in medicina, ha inviato una segnalazione al Ministero della Salute, Dipartimento Protezione Civile, FNO TSRM PSRTP e ISS, ribadendo la necessità di non attribuire competenze altrui, di ritirare l’attuale percorso formativo proposto dall’ISS (FAD - "Emergenza sanitaria Covid19: elementi per il Contact tracing") e di predisporne la riprogettazione.